I Quadretti - Ora...un vaccino per la terra
IL QUADRETTO
Di: Gianni Romeo
Si parla tanto
della pandemia,
ma c’è un paziente
che ha un bisogno
altrettanto urgente di aiuto.
I medici non mancano, tutti noi dovremmo esserlo.
Il caro, antico Padre Nostro, <…dacci oggi il nostro pane quotidiano…>, echeggia spesso quando veniamo aggrediti dai bombardamenti dei bollettini Covid, perchè nella mente scatta una preghiera adattata alla bisogna: <…dacci oggi meno vittime di ieri… dacci un vaccino più potente…>. Con la fede e la fiducia nella scienza la luce dell’ottimismo resta accesa, la parola d’ordine è pazientare, resistere.
Ma non finisce qui. Ogni giorno ci imbattiamo in compagni di viaggio poco graditi come lo smog, come le truppe d’assalto impegnate a fare delle strade e degli spazi verdi discariche a cielo aperto… Ho nelle mani una bottiglietta che mi ha appena dissetato, dove trovo il contenitore giusto per la plastica? E affiora la domanda che mi rovina la passeggiata: arriverà mai un supervaccino per difendere la terra, i fiumi, i mari, l’aria, cioè noi? Fino a quando il nostro pianeta sarà in grado di pazientare, di resistere?
Qualche timida risposta a volte i giornali ce la offrono. Scopriamo ad esempio che i giovani, anzi i giovanissimi in questo caso, si rendono conto più degli adulti che il supervaccino è nella testa di tutti noi, non occorrerebbero troppi studi per trovarlo.
Leggiamo che in Colombia un ragazzino di 12 anni, Francisco Vera, fa tenerezza in foto, viso rotondo, occhiali da vista, sorriso dolce, è riuscito a bloccare un progetto minerario che avrebbe compromesso l’apporto d’acqua su una vasta zona del Paese. Come ha fatto? Ha scritto, ha parlato, i computer corrono e raggiungono il mondo, ha trovato chi lo ha ascoltato, si sono mobilitati in tanti. La sua città circondata dal verde tropicale, Villeta, un centinaio di chilometri da Bogotà, non verrà strangolata. Greta la svedese sta trovando dei replicanti, si alzano altre voci.
Anche i pesci, notoriamente poco loquaci, avrebbero bisogno di voci in loro difesa. Le cifre sono pazzesche: milioni di tonnellate di plastica dai fiumi arrivano al mare, le isole galleggianti si contano ormai a centinaia, a migliaia, sono trappole mortali. E chi alimenta queste isole? Noi, che usiamo i corsi d’acqua come discariche. La plastica ha un secolo e mezzo di vita, quando fu scoperta venne celebrata come un evento sensazionale. Chi avrebbe pensato allora che sarebbe diventata un killer?
Troviamo finalmente un contenitore adatto per la bottiglietta. Al fianco c’è uno dei suoi fratelli, il deposito del vetro. Merita un grazie, sta facendo un ottimo lavoro. Nella raccolta del vetro l’Italia è leader della raccolta differenziata, ecco un’altra notizia positiva, ha già raggiunto e superato i limiti fissati dall’Unione Europea addirittura per il 2022 appena iniziato. Insomma sta facendo bene i compiti. Che diventeranno sempre più impegnativi, in futuro dovremo separare i materiali vetrosi anche in base al loro colore per rendere meno costoso il riciclaggio. Ma per ora va bene così.
Evviva. Cerchiamo di non pensare sempre e soltanto in negativo, stappiamo lo spumante, facciamo un bel brindisi. Badando naturalmente a gettare la bottiglia nel contenitore giusto.