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Il secolo di Primo Nebiolo

U59 Nebiolo e Staff

 
 IL QUADRETTO
 
Di: Gianni Romeo
  
A cent’anni dalla nascita
il mondo dello sport
ricorda il dirigente torinese
che ha cambiato il modo
di pensare dei giovani,
dando all’atletica leggera
slancio e innovazione.
  
C’è stato, c’era stato un tempo che oggi mi sembra molto lungo, una ventina d’anni e più, in cui l’atletica aveva sfidato re pallone, era diventata <il calcio dell’estate>. Stadi affollati, campioni della corsa e dei salti che avevano la popolarità dei goleador più famosi. 
Il miracolo di avere portato i giovani con i piedi in terra dimenticando per un paio di mesi all’anno i sogni impossibili verniciati di fragile gloria e troppo denaro aveva e ha ancora un nome, Locandina U59Primo Nebiolo. L’archivio della parrocchia torinese di San Gioacchino, Borgo Dora Vanchiglia, riferisce della sua nascita avvenuta il 14 Luglio 1923, giusto cent’anni fa, da Secondo e da Giuseppina Verrua, originari di Scurzolengo. Nel cimitero della piccola località astigiana un imponente falansterio ne conserva quanto resta dopo la scomparsa avvenuta nella notte del 7 novembre 1999 nella clinica romana Mater Dei.
La passione dell’atletica non accompagnata da risultati degni di nota nel salto in lungo, statura medio piccola, la laurea in legge e l’attività imprenditoriale presto mescolata all’attivismo nel club universitario cittadino, il Cus Torino: a quel punto il Primo Nebiolo giovane e pieno di idee spicca il balzo. Per un trentennio imporrà la sua figura di dirigente illuminato nel panorama dello sport italiano e mondiale. Gigante bifronte per potenza d’intuito e imbarazzante trasparenza di difetti, ha scritto così di lui Augusto Frasca che a lungo gli fu braccio destro, Nebiolo ha e impone le proprie idee. 

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L'età conta...

Carte I

 
 
L'IMPATTO
 
Un’indagine
sulla Qualità di Vita
dei pazienti
affetti da sarcoma
in diverse fasce d’età.
 
 
Di: C. Grimaldi - I. Vallauri - M. Gonella
 
Il sarcoma può presentare quadri clinici con diversi gradi di aggressività. Nelle forme più gravi i pazienti riportano una sintomatologia invalidante e vengono sottoposti trattamenti intensivi, i quali, a loro volta, possono condurre a effetti collaterali e disabilità permanenti, producendo un ingente impatto sulla Qualità di Vita. La Qualità di Vita è un costrutto multidimensionale che integra dimensioni fisiche, sociali, psicologiche, cognitive e spirituali del benessere del paziente, e che consente di mantenere uno sguardo globale sulla presa in carico dei pazienti e dei loro nuclei familiari.
Cancro giovaniDiversi fattori influenzano l’impatto psicosociale che il sarcoma produce sulla Qualità di Vita dei pazienti. Nonostante i fattori di natura medica -tra cui i diversi sottotipi istologici e i rispettivi protocolli di trattamento- siano stati quelli maggiormente indagati, esistono altre variabili che rendono profondamente diversa e specifica l’esperienza di malattia che ciascun paziente si trova ad affrontare. Ad esempio, le sfide imposte da una diagnosi di sarcoma possono variare in base all’età del paziente. Durante l’adolescenza e i primi anni della vita adulta è possibile che il tumore interferisca con la normale conquista di tappe evolutive di tipo emotivo, cognitivo e sociale. Specularmente, quando la diagnosi si presenta in età avanzata, è importante che l’impatto del tumore venga valutato e trattato considerando i fisiologici cambiamenti che caratterizzano l’invecchiamento.
 
Allo scopo di fare luce sulla Qualità di Vita in diverse fasce d’età, Drabbe e colleghi (2021) hanno condotto uno studio su tre gruppi di pazienti sopravvissuti al sarcoma, classificati come adolescenti e giovani adulti (18-39 anni), adulti (40-69 anni) e anziani (>70 anni). La Qualità di Vita è stata rilevata mediante l’EORTC-QLQ-C30, un questionario validato e ampiamente utilizzato in popolazioni oncologiche.
I risultati dello studio hanno mostrato che i pazienti classificati come adolescenti, giovani adulti e adulti, riportano un peggior funzionamento fisico, di ruolo, emotivo, cognitivo e sociale rispetto alla popolazione generale, mentre lo stesso risultato non è stato riscontrato nei pazienti più anziani.Qualita vita Un altro interessante risultato riguarda il fatto che i pazienti più giovani hanno riportato un peggior funzionamento rispetto alla popolazione generale per quanto riguarda le scale funzionali (funzionamento di ruolo, emotivo, cognitivo e sociale) dell’EORTC-QLQ-C30, mentre la stessa differenza non è stata rilevata per le scale che indagano i sintomi fisici connessi alla malattia. È possibile che, nonostante gli effetti collaterali delle terapie utilizzate per trattare il sarcoma, i pazienti più giovani possiedano una maggiore resilienza a livello fisico. D’altra parte, gli adolescenti e i giovani adulti potrebbero subire dei rallentamenti o degli arresti nei loro compiti evolutivi, tra cui quello di sviluppare e consolidare la propria identità individuale, la propria posizione sociale e le relazioni interpersonali.

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I volti della sofferenza: incontri di sguardi


Volti Sofferenza Vert
 
  
IL CONVEGNO
 
 
Il titolo di questo convegno
evoca molte suggestioni.
 
La prima è quella dei “volti senza volto”
negli ospedali.
Non sono i ricoverati, né gli operatori:
sono i volti delle tante persone
che affollano i corridoi, spesso a disagio
alla ricerca di un’indicazione...
 
 
 
Di: Ferdinando Garetto
 
 
 
Fonte
Bioetica News Logo
Il titolo di questo convegno evoca molte suggestioni. La prima, quasi per un’immediata associazione di idee, è quella dei “volti senza volto” negli ospedali. Non sono i ricoverati, né gli operatori: sono i volti delle tante persone che affollano i corridoi, spesso a disagio alla ricerca di un’indicazione (provocando spesso, a loro volta, disagio e insofferenza).
Volti che “prendono volto” quando nel foglio che hanno in mano (un esame, una visita particolare ⌈…⌉) o nella loro domanda («dov’è la terapia intensiva?», «come raggiungiamo la camera mortuaria?») si coglie la preoccupazione per un problema inatteso, l’angoscia per un familiare, lo sgomento per una perdita ⌈…⌉.
I corridoi dell’ospedale sono una “palestra” di umanità, ci spiegano quanta sofferenza può esserci dietro un atteggiamento che disturba, o che ci pare “strano”: l’ipotesi di una sofferenza profonda dell’altro (chi non ne vive?) potrebbe modificare molti dei nostri incontri (o scontri) quotidiani.
 
F. Garetto
Dr. Ferdinando GARETTO
Medico oncologo palliativista
Convegno: I volti della sofferenza
Facoltà Teologica
Torino 28 Settembre 2019
Bioetica News Torino
 
I “volti” richiamano quindi “lo sguardo”: è in questa prospettiva che prende significato e può essere preso in carico quel “dolore spirituale” che è la dimensione meno esplorata di quel “dolore globale (fisico, psicologico, sociale e – appunto – spirituale) nella grande intuizione originaria di Cicely Saunders, fondatrice del primo hospice moderno e delle cure palliative.
La seconda suggestione viene da una riflessione condivisa alcuni anni fa con un vivace gruppo di dialogo fra persone di “diverse convinzioni” (credenti e non credenti) proprio sul tema del dolore. Lontani – tutti, credenti e non credenti – dal tentare di definire un senso “del” dolore, ci si era ritrovati nel tentativo di riflettere sulla prospettiva di ricerca di senso “nel” dolore, soprattutto quello più lancinante e assurdo. Ne era nato un convegno di tre giorni proprio dal titolo «Il senso nel dolore? Prospettive di dialogo» (Castel Gandolfo, Marzo 2017) in cui il filo conduttore era stato quello dei tre giorni decisivi, quel “triduo” che misteriosamente interroga da due millenni la riflessione dell’umanità.
È su quel filo conduttore che vorrei condividere alcune considerazioni sui “volti delle cure palliative”, di quella sofferenza che si manifesta e può essere accolta solo all’interno di un percorso di cura. Di questo percorso sono “i passaggi” i momenti più delicati (la diagnosi, la sospensione dei trattamenti specifici, l’inzio delle cure a domicilio o in hospice, il distacco ⌈…⌉).

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La "Questione Amianto" continua purtroppo a far parlare di se

Amianto alla lente

 
 
IL MIRAGGIO
 
La recente condanna
del magnate svizzero,
ex patron dell’Eternit
di Casale Monferrato,
non ha acquietato gli animi
dei familiari delle vittime…
 
 
Da: Il mio giornale 

Dico la mia - Evidenza - 11 Giugno 2023 - Ernesto Bodini

 
Di: Ernesto Bodini
 
Quante volte si è scritto sul “killer” amianto, e da quanti anni questo manufatto continua a produrre vittime? La storia è lunga e la parola fine è purtroppo un miraggio, nonostante che in Italia (ad esempio) sia stato messo al bando con la Legge 257/1992.
Giustizia EternitUna delle zone maggiormente colpite dall’ amianto e stata ed è Casale Monferrato (Al), dove esisteva lo stabilimento Eternit di proprietà del magnate svizzero Stephan Schmidheiny (oggi 76enne), che è stato chiuso nel 1986.
Questa è una delle più tristi pagine che riguardano il mondo del lavoro e della vita sociale, in quanto la maggior parte di quelli che si sono ammalati o morti di mesotelioma pleurico o peritoneale erano dipendenti di quella azienda, oltre ad un certo numero di loro familiari e cittadini comuni che hanno vissuto in quella zona, per un totale di quasi 3 mila vittime.
Un ultimo capitolo di questo “romanzo nefasto” è stato oggetto in questi giorni a Novara della recente sentenza di condanna all’imprenditore Schmidheiny: 12 anni di pena essendo stato declassato il reato da volontario “con dolo eventuale” a colposo, con risarcimenti quantificati in 30 milioni di euro alla sola Presidenza del Consiglio e 50 milioni di euro al Comune di Casale, oltre a indennizzi per le vittime, per le associazioni e per i sindacati.
Ma a parte questo ultimo esito giudiziario che, va detto, è da ritenersi assai esiguo considerando la continuità nel produrre e diffondere perFibre Amianto decenni il manufatto asbestoso (Eternit), quello che sconcerta ulteriormente è la non totale adesione delle persone interessate per superficialità e sfiducia, nonostante siano state intraprese molte iniziative e campagne di informazione da parte di alcune associazioni come la storica AFEVA (Associazione Familiari e Vittime dell’Amianto), oltre alla altrettanto storica AEA (Associazione Esposti Amianto). Quest’ultima “parentesi” di strascico giudiziario che dura da ben oltre 30 anni, è un ulteriore schiaffo dal punto di vista etico-morale che l’Italia si merita per non aver saputo precorrere i tempi in fatto di prevenzione, in quanto si sapeva sin dagli anni ’30 che l’amianto era nocivo alla salute umana. Infatti, risale addirittura al 1906 (all’epoca di S.M. Vittorio Emanuele III) il primo processo e la prima condanna di un’azienda produttrice di amianto. Ma non solo!

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Il "valore" di un fumetto - Il coraggio oltre il 90°

 
Artisti
 
 
L'INTERVISTA
 
 
In occasione
della presentazione del fumetto
“Il coraggio oltre il 90°:
finita la partita c’è ancora da giocare”,
abbiamo intervistato
i due più giovani fumettisti.
 
 
Di: Loredana Masseria
 
 
Da “Storie che raccontano la tua ASL”

N.°91 - Maggio 2023

Loghi 90 Bassa
Alessia Fiorio Plà ed Alin Dobos, classe 2000. L’idea del fumetto c’era, ma non i fumettisti. Alessia ed Alin furono contattati dal prof. Nocerino del Primo Liceo Artistico al quale avevamo chiesto aiuto e propose due nominativi di ragazzi che si erano diplomati al Liceo. Compagni di classe e studenti alla Scuola Internazionale di Comics Torino.
Intervista SimeoniAl primo incontro, Alessia ed Alin, non ‘sembravano’ così convinti di realizzare un fumetto per una Azienda Sanitaria Locale. Si proposero, quasi presi da compassione, per realizzarne uno a testa. Ma poi conobbero la storia di Ghirotti e gli incontri del giornalista in quel lungo viaggio nel tunnel della malattia, Vincenzino, Cinzia, i medici che li curavano, gli altri malati di reparto; videro in bianco e nero le immagini della sanità del tempo che per certi versi era il bianco e nero della vita del malato che trascorreva nella solitudine e nell’abbandono; si nutrirono della scrittura di Ghirotti, quella si che era a colori, della sua ironia, credettero a quella partita mai chiusa e compresero che toccava a loro, giovani classe 2000, continuare a giocarla.Medico in corsa Da un episodio così accettarono di realizzarne due. Per completezza d’informazione l’incontro con gli altri fumettisti, Marco Simeoni e Alessandro Forte, più adulti, furono un colpo di fortuna.
Marco è un professionista, insegnante, e ha proposto di occuparsi del lettering e dell’impaginazione; Alessandro ha già finito gli studi e ha uno stile più pungente. Hanno già eseguito dei lavori nel campo del fumetto.
Ma quali sono le sensazioni che hanno vissuto i giovani professionisti nel realizzare il fumetto? Alessia, superati i timori che si percepivano all’inizio, è solare ed entusiasta, “Ho avuto la possibilità di conoscere un personaggio che ha avuto il coraggio, pur nella malattia, di denunciare un sistema. A me sinceramente era sconosciuto e ho scoperto una realtà inimmaginabile. Attraverso il suo lavoro ho compreso la realtà e tutto quello che stava intorno al mondo degli ospedali. Vista la mia giovane età non sono, fortunatamente, frequentatrice di ospedali, era un mondo che guardavo da lontano”.

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Alessandro Manzoni - Rileggiamo ancora una volta "I Promessi Sposi"


Manzoni
 
 
 
LA CARTOLINA
 
Di: Augusto Frasca
 
 
Croce o delizia.
Secondo sensibilità personale
e fortuna
di cadere nelle mani
dell’insegnante giusto…
 
 
 
 
Croce o delizia. Secondo sensibilità personale e fortuna di cadere nelle mani dell’insegnante giusto, un docente quindi capace di aprire la visione di un testo alla curiosità letteraria e non all’imposizione didattica.
Quella fortuna, in stagioni scolastiche lontane nel tempo, ebbe il sottoscrittore di queste brevi note, e in dosi massicce, al punto di considerare la lettura del testo firmato agli iniziRenzo e Lucia dell’Ottocento da Alessandro Manzoni, e più volte successivamente riaperto da tensioni e stimoli mai venuti meno rispetto all’iniziale interesse, come una tappa irrinunciabile della propria costruzione culturale. Strane traiettorie, subìte nel tempo, quelle dei Promessi Sposi. Dopo il via libera al massimo riconoscimento tributato all’autore, di cui ricorrono centocinquanta anni dalla morte, dal padre riconosciuto della letteratura italiana, Francesco De Sanctis, al passaggio del secolo il testo incorse soprattutto nella critica riduttiva di Benedetto Croce, ‘… troppo il prevalere, nel testo, dei principi moralistici…’.
L’autorevolezza dell’intellettuale nato nell’abruzzese Pescasseroli fece spesso da argine ai compiacimenti disinteressati dei molti che assegnavano al testo un ruolo di primo rilievo nella letteratura europea del tempo.
Don Abbondio e braviTra i più convinti dell’importanza del romanzo, della sua visione realistica della storia, della sua poetica e della perfezione dei ritratti umani ruotanti attorno alle figure dei protagonisti Renzo e Lucia, due esponenti della critica moderna, Carlo Emilio Gadda: ‘… l’alta e vasta creazione manzoniana… la sua suprema nettezza descrittiva…’, e Carlo Bo: ‘… nel romanzo mai il credente ha soffocato l’uomo, e l’uomo non è mai intervenuto nel dominio del credente…’. A testimonianza dell’eccezionale valenza poetica espressa nel romanzo e, appunto, della sua perfezione descrittiva, più ancora del celebratissimo Addio ai monti di Lucia, vale la pena porre all’attenzione dei fedeli lettori della Cartolina poche righe estratte da uno dei momenti più significativi dell’opera, l’episodio di Cecilia, quello relativo all’innocenza e alla tragica fragilità della bambina vittima tra le tante in una Milano oltraggiata dalla peste: 
‘Scendeva dalla soglia d’uno di quegli usci, e veniva verso il convoglio, una donna il cui aspetto denunziava una giovinezza avanzata, ma nonPromessi sposi la peste trascorsa; e vi traspariva una bellezza velata e offuscata, ma non guasta, da una gran passione, e da un languor mortale: quella bellezza molle a un tempo e maestosa, che brilla nel sangue lombardo. La sua andatura era affaticata ma non cascante, gli occhi non davan lacrime, ma portavano segno d’averne sparse tante… portava essa in collo una bambina di forse nov’anni, morta; ma tutta ben accomodata, co’ capelli divisi sulla fronte, con un vestito bianchissimo… un turpe monatto andò per levarle la bambina dalle braccia, con una specie però d’insolito rispetto, con un’esitazione involontaria. Ma quella, tirandosi indietro, senza però mostrare sdegno né disprezzo…’.
Ecco, ci fermiamo qui. Sempre sperando che nelle future generazioni un giovane allievo abbia la fortuna di imbattersi in un insegnante attento al testo, e non a suggerirne, o addirittura ad imporne, la memorizzazione.        
 

 

...Ma l'inflazione nuoce anche alla salute?

Kenneth Galbraith

 
 
IL QUESITO
 
 
Fare previsioni
è un’arte molto difficile,
soprattutto
quando riguarda
il… futuro!!!
 
 
Nella foto: J. Kenneth Galbraith
 
Di: Luigi Giovannini
 
Dice un vecchio adagio che fare previsioni è un’arte molto difficile, soprattutto quando riguarda il… futuro(!). Se poi parliamo di previsioni economiche le citazioni spiritose sulla materia, anche di personaggi illustri, si sprecano: J. Kenneth Galbraith, uno dei più famosi economisti del secolo scorso diceva che la funzione delle previsioni economiche è quella di far apparire rispettabile l’astrologia; J. M. Keynes sosteneva che i mercati sono mossi non dalla ragione, ma da spiriti animaleschi; W. Churchill disse che la politica economica elabora le previsioniDistruzione guerra per gli anni a venire, trascorsi i quali spiega perché non è successo nulla di quanto previsto. E si potrebbe continuare ancora con questo approccio ‘’semiserio’’ alla scienza economica (peraltro definita ‘’triste’’), che ha, tra gli altri, l’improbo compito di studiare e prevedere l’andamento di una variabile tra le più incerte e imprevedibili: il comportamento umano.
Quanto sopra ha avuto concreta conferma nell’ultimo periodo con il problema dell’inflazione che sta mettendo in difficoltà larga parte del globo e che in origine, siamo nel 2021, era stato considerato da molte banche centrali (BCE in primis), istituzioni e analisti economici un fenomeno temporaneo, non strutturale e destinato a rientrare già a partire dall’anno successivo. Siamo oltre la metà del 2023 e gli ‘’addetti ai lavori’’ ammettono che le previsioni non erano corrette, poiché inquadrare in un modello previsionale gli impatti post-COVID 19, le conseguenze della guerra in Ucraina, gli effetti della crisi in campo energetico e le varie componenti strutturali era virtualmente impossibile. Appunto!!!
Se restringiamo il campo di analisi all’Italia la risultante che sta emergendo è una significativa riduzione dell’impatto dei costi energetici e delle restrizioni legate alla guerra in Ucraina, mentre continua ad essere pesante l’andamento dei costi del cosiddetto ‘’carrello della spesa’’, in particolare della componente alimentare.
Carrello SuperA giugno 2023 a fronte di un aumento del 6,4% del tasso tendenziale di inflazione generale, il carrello della spesa segnava un +10,5%, con i beni alimentari non lavorati a + 9,4% e quelli lavorati a +11,5%, quasi il doppio dell’indice generale di incremento dei prezzi al consumo.
Analizzando le cause di questo andamento troviamo anche le spiegazioni, o se vogliamo le giustificazioni, alle errate previsioni delle banche centrali, che confidavano di poter sconfiggere l’inflazione in tempi relativamente brevi, mentre invece continuiamo a procedere nel ‘’pantano’’ inflattivo, fatto di aumento dei prezzi, rialzo dei tassi di interesse e conseguente crescita economica rallentata o nulla.
Questo poiché le cause del problema sono da ricercare nell’impatto sempre più pesante dei cambiamenti climatici, che provocano eventi meteorologici estremi come siccità e alluvioni, entrambi causa di gravi danni alle coltivazioni agricole con drastiche riduzioni delle produzioni alimentari e conseguente aumento dei prezzi al consumo.

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Il "grande problema" del suicidio assistito

Bocca e ossigeno

 
L'ATTESA
    
Un aspetto
della nostra società
ancora poco discusso
e che non trova unanimi
pareri delle parti interessate.
 
Intanto, i pazienti in questione
continuano a soffrire e attendono…
 
Da: Il mio giornale 

Dico la mia - Evidenza - 10 Giugno 2023 - Ernesto Bodini

Di: Ernesto Bodini 

Di tanto in tanto veniamo a conoscenza di pazienti affetti da patologie molto gravi, non solo oncologiche ma anche neurodegenerative come la Sla, la Sclerosi multipla, la Corea di Huntington, il morbo di Parkinson, il morbo di Alzheimer, le demenze senili, etc.
Alcuni di questi pazienti, la cui malattia è notevolmente in stato avanzato con una serie di conseguenze psicofisiche ed assistenziali, invocano (è il caso di dirlo) il diritto di porre fine alla propria esistenza. Una richiesta per certi versi legittima e che nel nostro Paese è ancora molto dibattuta, ma per una serie di ragioni giuridiche, etiche, religiose e culturali si tende per lo più a tergiversare nonostante le “sollecitazioni” non solo dei pazienti interessati ma anche di alcune associazioni e movimenti votati a sostenere questo diritto che, detto per inciso, va inteso sotto l’aspetto umano in particolare.Mani Guanti verdi
In buona sostanza queste Persone, per le quali mi permetto di usare l’iniziale maiuscola, chiedono di non soffrire e nello stesso tempo di non “essere di peso” a chi li assiste (famigliari, caregiver, volontari, etc.) sia pur con particolare dedizione e sacrificio.
Questa realtà sta mettendo a dura prova la coscienza di molti, in particolare i politici e il sistema sanitario, non solo perché sono in aumento le stesse patologie oncologiche e neurodegenerative, ma anche per la notevole gravità delle stesse e per tale ragione questi pazienti desiderano in piena coscienza affidare la propria anima a Dio… Solitamente si tratta di Persone in gran parte ancora giovani colpite dalla patologia da diversi anni e, definire questo periodo essere un calvario, è mero eufemismo. Per quanto si possa immaginare Carrozzina e Marenon si tratta di pazienti né stoici e né “precocemente” arrendevoli, e l’idea di incontrare la morte prima della data stabilita dal destino, sicuramente è stata valutata e maturata nel tempo… sofferenza dopo sofferenza.
Certamente taluni si saranno affidati alla propria fede, e magari cercato ulteriore conforto in persone di culto, o forse anche in medici, psicologici, etc. e, per quanto abbiano potuto avere una sorta di iniziale sostegno morale, quest’ultimo nulla può di fronte al dolore in quanto tale. Ma un aspetto per certi versi negativo di questa realtà sociale ed umana, è dato dalla quasi totale indifferenza da parte della collettività: di premorienza coscientemente desiderata (se non invocata) se ne parla ancora troppo poco, tant’è che i mass media dedicano un certo spazio soprattutto quando subentra un’azione che implica il coinvolgimento etico e legale, oltre a quello di cronaca in quanto tale.

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Le Raccolte del GITR

 
"CARTOLINE DAL PASSATO"
Cartoline dal Passato
SCARICA IL FASCICOLO CLICCANDO SUL LOGO
 
Abbiamo raccolto in un nuovo fascicolo scaricabile che abbiamo chiamato “CARTOLINE DAL PASSATO"gli articoli di Augusto Frasca, giornalista, saggista, storico di sport e cultura a tutto campo. Abruzzese di nascita, romano di residenza, componente del Comitato scientifico della Treccani e curatore, con Claudio Ferretti, dell’Enciclopedia Garzanti, responsabile dei servizi giornalistici nei principali avvenimenti di atletica e dei Mondiali di Calcio del ’90, ha al proprio attivo pagine su fatti e personaggi dello sport e non solo. Ogni volta una data e un personaggio da ricordare.
 
“IN PUNTA DI PENNA” e "I QUADRETTI"
In punta di penna1 I Quadretti1
SCARICA I FASCICOLI CLICCANDO SUI RELATIVI LOGHI
 
Abbiamo raccolto in un fascicolo scaricabile che abbiamo chiamato “IN PUNTA DI PENNA”,gli articoli del nostro compianto amico Michele Fenu, grande giornalista in grandi giornali, che ha accompagnato con decenni di reportage l’evoluzione dell’auto, la sua storia, i suoi personaggi e che per circa due anni abbiamo avuto l’onore di avere come Caporedattore e meraviglioso collega nel GITR.
 
In un secondo fascicolo che abbiamo chiamato “I QUADRETTI”abbiamo raggruppato invece gli articoli di un altro grande giornalista sportivo Gianni Romeo, appena insignito del premio “Dardanello 2020 di Tuttosport” e attualmente nostro Redattore Capo, articoli che sono veri “cammei” dedicati a fatti opersonaggi della vita dei nostri giorni che, al di là dei doverosi argomenti scientifici e medici, ampliano le nostre conoscenze e ci regalano qualche minuto di piacevole lettura.
 
"VOCI DEL '900" e "LE PAROLE CHE CURANO"
Logo Voci 900a Logo Parole che Curano 5
SCARICA I FASCICOLI CLICCANDO SUI RELATIVI LOGHI
 
In questi due fascicoli abbiamo raccolto in gli articoli delle rubriche “VOCI DEL ‘900” e “LE PAROLE CHE CURANO”, la prima dedicata a personaggi famosi del secolo scorso e non solo, la seconda a temi di vario tipo che, articoli che da tempo ormai, al di là degli argomenti scientifici e medici, ampliano le nostre conoscenze in campo letterario.
 
Tutti i fascicoli saranno aggiornati periodicamente con gli articoli che potrete leggere su ogni nuovo numero di PRIMA PAGINA, articoli che vi ricordiamo, potete trovare anche singolarmente nelle Categorie relative, cliccando sui loghi nella parte sinistra della pagina HOME.

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Nel Manifesto l'esperienza
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Fondatrice del moderno
“Movimento Hospice”  
di Ferdinando Garetto
A cura della SIPMO
Societa Italiana di Patologia e Medicina Orale
Olga Di Fede e Giuseppina Campisi
 
 

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