54° Congresso della Società Italiana di Storia della Medicina
IL RACCONTO
La nascita
dell’Oncologia in Italia
Il San Giovanni
Antica Sede di Torino
Lettura tenuta
al 54° Congresso Nazionale
di Storia della Medicina
di Torino
30 Maggio/1° Giugno 2024
Di: Alessandro Comandone, Alessandro Bargoni, Tiziana Comandone
La lotta ai tumori non è invenzione recente in Medicina. Sin dal 1600 si annoverano importanti studi epidemiologici Italiani (Ramazzini Parma) e Britannici (Pott 1734) sulla insorgenza di particolari tipi di tumore in popolazioni specifiche quali il carcinoma dell’endometrio nelle suore e i carcinomi dello scroto negli spazzacamini.
Ma è solo a fine del 19° secolo, con la diffusione della nuova filosofia positivistica e lo sviluppo della scienza sociale e medica denominata Igiene che l’interesse alla cura dei tumori diventa sempre più diffusa nel territorio europeo e nord americano.
Sicuramente la prima branca della Medicina che apre nuove frontiere è la chirurgia.
La scoperta degli anestetici e le nozioni di sterilità degli interventi permettono di intraprendere interventi in organi profondi o complessi fino a quel momento inavvicinabili.
Ricordiamo brevemente alcuni interventi chirurgici che hanno cambiato la storia della medicina e dell’umanità.
1873: laringectomia secondo Billroth (Austria)
1885: gastrectomia secondo Billroth (Austria)
1896: mastectomia radicale Halsted (USA)
1912: isterectomia Wertheim (Austria)
1921: resezione addominoperineale del retto Miles (UK)
A fine ‘800 gli studi di fisica e sull’elettromagnetismo permettono inoltre importanti progressi nella diagnostica.
Approfondendo i suoi studi sulla fluorescenza il fisico tedesco Roentgen nel 1895 scopre l’esistenza dei Raggi X come mezzo per indagare in vivo gli organi profondi. In realtà le prime applicazioni della nuova tecnica che ben presto prende il nome di radiografia permettono di vedere soprattutto lo scheletro. Molto lentamente si giungerà a. studiare gli organi profondi, ma tornando a Roentgen, è stupefacente che già un anno dopo la scoperta dei Raggi X, lo statunitense Grubbe (1897) intuiva l’importanza dei raggi X per curare i tumori facendo nascere la scienza che chiamiamo Radioterapia.
I raggi X sono prodotti artificiali della tecnologia umana creando in un tubo catodico un forte flusso di energia che produce i fotoni X. Tali raggi somministrati per pochi secondi o minuti a basso voltaggio sono utili in fase diagnostica, mentre somministrati ad alta energia e per tempo prolungato determinano la morte cellulare o un danno irreversibile del DNA delle stesse. I risultati ottenuti in campo oncologico fanno sperare che la radioterapia divenga un’arma definitiva nelle malattie infettive, distruggendo batteri e virus e possa guarire anche malattie di natura diversa (morbo di Pott, rachitismo, tigna, psoriasi, artrite). Sarà una concezione erronea che non porterà a nessun risultato e che causerà danni anche letali nei Malati.
Sempre negli ultimi anni del 19° secolo, la Scuola fisica francese scopre fonti naturali di radioattività con Becquerel che dimostra la produzione di raggi alfa dall’uranio.