Voci del '900 - Un “portatile” in bianco e nero…
LA RUBRICA
Quelle indimenticabili
“voci” (e immagini)
del ‘900.
Mennea e Rossi
e gli altri.
A cura di: Ferdinando Garetto
Era estate… Olimpiadi di Mosca 1980… Campionati mondiali di Calcio del 1982… anni difficili, di un’Italia che cercava di rinascere dal buio della crisi economica e del terrorismo.
Ci accompagnava in quelle estati un piccolo televisore portatile, di quelli che cercavano il segnale con l’antenna estraibile e in cui sintonizzavi i canali con una rotellina in costante precario equilibrio di ricezione.
Immagini rigorosamente in bianco e nero (i televisori a colori c’erano già, ma quell’oggetto ci seguiva fedelmente fin dagli anni ’70), che a volte si intuivano solo, ma che erano rese “visibili” dai grandi narratori della RAI, giornalisti sportivi come Paolo Rosi e come Nando Martellini, imparziali, appassionati, mai “sopra le righe” neanche quando l’emozione della gara si traduceva in un urlo soffocato.
E così sembra ancora di sentirle, quelle voci, e di vederle, quelle immagini… Come in un film che scorre in parallelo.
Mosca ’80: il nostro campione di casa, Pietro Mennea, ha deluso nei 100 metri. Molti giornali lo hanno dato per finito. È arrivato chissà come in finale nei 200 metri. Solo quel testardo del prof. Vittori può credere ancora in lui.
Espana ’82: era “esploso” 4 anni prima quel ragazzino di nome Paolo Rossi, ma ora sembrava essere stato una meteora. Solo quel testardo di Enzo Bearzot poteva portarlo ai mondiali dopo due anni di inattività, a seguito di un oscuro episodio di calcio-scommesse.
Mennea parte dalla corsia numero 8, quella esterna, la peggiore. Accanto a lui il grande favorito, Wells, fisicamente “enorme” rispetto a quel “ragazzo del Sud” teso in un fascio di nervi… Arrivasse almeno fra i primi quattro… al via è già dietro, purtroppo…
Italia - Brasile: ci “mangeranno” i campioni brasiliani, vabbè con l’Argentina di Maradona ci abbiamo messo una pezza, ma che palla gol si è divorato Rossi… ma perché lo mette in campo?
Il seguito lo conosciamo tutti, e lo rovineremmo a raccontarlo. Ma basta chiudere gli occhi e sentire ancora una volta quelle voci, come in un unico straordinario momento di Sport: “Mennea… Mennea… Mennea…”… “Rossi… ha segnato Rossi… ancora Rossi…”. “Mennea… HA VINTO!” …“Rossi, Zoff, Scirea, Conti, Tardelli… Campioni del mondo! Campioni del Mondo! CAMPIONI DEL MONDO!”
Bastava davvero poco a essere felici. Bastava una stretta di mano a sigillare un patto che valeva più di qualsiasi contratto stellare. Bastavano due “ragazzi”, capaci di risalire la china e vincere la loro sfida a farci sentire uniti, italiani aperti al mondo, gente che sa soffrire e crederci fino in fondo. Bastava poco, condividendo quelle emozioni con i nostri genitori e con i nostri amici, a renderci capaci di sognare il futuro.