Uomini che hanno illuminato la medicina italiana
Angelino,
il professore-pioniere
che trasformò la cardiologia
in una scienza indipendente.
Di: Ernesto Bodini,
per gentile concessione
della rivista Cardio Piemonte
É ormai trascorso oltre un trentennio dalla scomparsa del prof. Pier Federico Angelino, illustre clinico e pioniere della Cardiologia piemontese e con notevoli riflessi sull’intero territorio nazionale. Tanti gli anni, ma non abbastanza per non rievocare la sua figura, e il suo operato, condiviso sino alla fine con il coetaneo prof. Angelo Actis Dato, pioniere della Cardiochirurgia che, insieme, diedero il massimo sviluppo delle due specialità tanto da siglare un’epoca… se non un’epopea.
Parlare ancora oggi del prof. Angelino non solo suscita emozione nei famigliari e in quanti l’hanno conosciuto, ma anche in tutti coloro che si avvicinano a questo importante settore della medicina. Perchè significa riferirsi agli inizi della Cardiologia Moderna, del pionierismo piemontese e italiano e, in particolare, delle indagini cardiologiche invasive, come pure della creazione del primo Centro di Emodinamica e di Cardiochirurgia in Italia. Il punto di partenza di un lungo e “sofferto” iter per riconoscere alla Cardiologia una propria autonomia, distaccandosi con dignità e rispetto dalla Medicina Generale.
Il prof. Angelino compie viaggi di studio all’estero (Stati Uniti, e in Svezia al Karolinska Institut Medicina & Storia N. 2 maggio/agosto 2016) seguiti, nel dicembre 1951, dall’inaugurazione ufficiale presso l’ospedale Molinette del Centro Cardiochirurgico “A. Blalock”, alla presenza del chirurgo pioniere della cardiochirurgia negli Usa. In tale periodo diventa un Centro di riferimento nazionale ed europeo per la Cardiologia e la Cardiochirurgia, ed è proprio in questo che vengono istituite, in ambito universitario, le prime Scuole di Cardiologia e la prima di Angio-Cardiochirurgia in Italia.
Nel 1967, a 37 anni, come più giovane primario d’Italia, il prof. Angelino viene invitato a dirigere la Divisione di Medicina Generale dell’ospedale Santa Croce di Cuneo.
In questi anni, grazie all’esperienza acquisita durante i viaggi di studio all’estero crea, fra le prime in Italia, l’Unità Coronarica e l’annesso reparto di Cardiologia. Mantiene intensi rapporti con l’università di Torino ricoprendo, tra l’altro, un incarico di insegnamento di Cardiologia nella Scuola di Specialità di Anestesiologia e Rianimazione diretta dal prof. Enrico Ciocatto (1918-1988). Continua, nel frattempo, la sua intensa attività scientifica con pubblicazioni di Cardiologia e Medicina Interna, e di clinica nelle allora nascenti Discipline della Medicina Nucleare e dell’Informatica applicata alla Medicina.
Nel 1974 rientra a Torino come primario della Divisione ospedaliera di Cardiologia all’ospedale Molinette, dove avvia l’attività dell’Unità di Terapia Intensiva Cardiologica (UTIC) di questo reparto. Oltre al ruolo di docente alla Scuola di Specializzazione di Cardiologia, prosegue la sua attività scientifica con importanti pubblicazioni su prestigiose riviste europee e americane riguardanti la clinica cardiologica, la farmacologia, la diagnostica invasiva e non invasiva, e la riabilitazione in cardiologia.
Dal 1981 al 1983 ricopre l’incarico di presidente della Società Italiana di Cardiologia (SIC).
Nel marzo 1985, due mesi dopo la morte, viene inaugurato all’ospedale Molinette il Servizio di Emodinamica, fortemente voluto e realizzato grazie al suo impegno. «Incredibili conquiste dal ’50 ad oggi, se si considera che sui nostri libri universitari – ricordava il prof. Actis Dato in un articolo su Torino Medica del febbraio 2011 – era praticamente assente il quadro clinico dell’infarto: oggi è il capitolo dominante della Cardiologia moderna; il cuore era un organo “noli me tangere”, ossia era opinione comune che la puntura del cuore con un ago significasse la morte; oggi, il cuore può essere aperto, operato, trapiantato.
Si sono poi aggiunti lo stetoscopio e le tre derivazioni standard dell’ECG, e in anni più recenti le nostre Sale sono complete di sosfisticate apparecchiature elettroniche. Abbiamo vissuto insieme, le più travolgenti e affascinanti conquiste della Medicina e della Cardiologia».
Il prof. Angelino viene tuttora ricordato con stima, ammirazione ed affetto da tutti i suoi collaboratori e dai pazienti verso i quali ha sempre dimostrato una totale dedizione professionale e un profondo rapporto umano. La sua opera prosegue ed è ancora viva attraverso il ricordo e il lavoro dei suoi numerosi allievi, e di tutti coloro che ebbero la fortuna di apprezzare le sue singolari qualità umane.
In suo onore i figli hanno istituito la Fondazione Pier Federico Angelino (onlus) che ha anche il compito di sostenere iniziative scientifiche e di divulgazione.