Un prestigioso riconoscimento
ALL’ULTIMO CONGRESSO ESMO 2016 LA
SC ONCOLOGIA
DELL’HUMANITAS GRADENIGO DI TORINO
RICONOSCIUTA
CENTRO DI ECCELLENZA PER LE CURE PALLIATIVE
Abbiamo intervistato il Dottor Alessandro COMANDONE, Direttore della SC Oncologia del Presidio Ospedaliero Humanitas Gradenigo di Torino, la cui Struttura è stata riconosciuta Centro di Eccellenza per le Cure Palliative nell'ambito dell'ultimo Congresso ESMO tenutosi a Copenhagen, il quale ha descritto come ha ottenuto i risultati raggiunti e quali pensa siano gli sviluppi ed i vantaggi di tale organizzazione per il futuro, prima di tutto per la cura dei Pazienti.
Com'è stata organizzata la struttura da lei diretta per raggiungere questo ambito risultato?
La SC di Oncologia dell’Ospedale Humanitas Gradenigo ha sempre tenuto in massimo conto la tematica delle cure palliative, ora in modo più moderno chiamate cure di supporto e palliative o continous cares.
Infatti fin dal 2001 ha inserito un Collega specialista in cure palliative con contratto Gradenigo-FARO più specificatamente il Dr. Ferdinando Garetto che, molto recentemente, ai sensi della D.M. della Salute 4 giugno 2015 è stato riconosciuto come Medico Esperto in cure palliative da parte della Regione Piemonte.
Al Dr. Garetto, nel corso degli anni, si sono affiancati a tempo parziale due altri Medici che hanno conseguito il master in cure palliative: la Dr.ssa Dal Canton sin dal 2002 e la Dr.ssa Chiadò Cutin dal 2006. L’équipe è poi completata da una Psiconcologa la Dr.ssa Seminara e dall’Infermiera Paola Salisburgo. Ecco perché nel 2013 quando è giunto il bando Europeo per il riconoscimento della SC come Centro di Eccellenza per le continous care ci siamo sentiti pronti e abbiamo completato l’application.
Fummo già riconosciuti come Centro di eccellenza in tale anno durante il Congresso ESMO di Amsterdam. Il difficile del riconoscimento Europeo è che il Centro per essere riconfermato deve ripetere ogni tre anni l’application, dimostrando di aver corretto o migliorato le debolezze riscontrate nel primo riconoscimento. E anche questa volta a Copenhagen è andata bene e abbiamo ottenuto la riconferma, che ovviamente vale di nuovo per tre anni. L’Europa la pensa diversamente dall’Italia: una volta ottenuto un riconoscimento bisogna dimostrare di mantenere gli standard o, meglio, di migliorarli.
Quali vantaggi ci sono nella qualità delle cure, per il Paziente?
I vantaggi di appartenere alla famiglia dei Centri di Eccellenza Europei per le Simultaneous and Palliative care sono molteplici: si lavora in cooperazione con i Gruppi di molte nazioni Europee, si scambiano le esperienze, possono essere proposte collaborazioni attive con protocolli specifici per le cure di supporto, migliorano la cultura della SC riconosciuta, obbligando i componenti dell’équipe, anche i meno interessati a questo tema, ad informarsi, a lavorare in gruppo, ad attingere e portare idee a tutti i gruppi aderenti all’iniziativa. Un vero “Continous improvement” nelle continous cares.
Quali pensa possano essere gli sviluppi futuri di tale modello organizzativo?
Sicuramente anche il modello Europeo deve migliorare. Il Presidente storico di questo settore dell’ESMO è stato l’israeliano Cerny, vero padre fondatore delle continous cares in Europa. Da un anno è il Dr. Strasser , svizzero, molto preciso, ma forse meno brillante di Cerny. Il Collega israeliano ha favorito un discorso continuo con l’altra grande società scientifica della cure palliative e di supporto, il MASCC. Poi ha fatto nascere e crescere le linee guida ESMO su alcuni degli argomenti delle cure di supporto, ma l’avvento di Strasser non ha portato a nuovi sviluppi.
Soprattutto credo vada migliorato lo scambio con le aree europee più deboli in questo settore quali ad esempio l’Ucraina che non ha assolutamente una struttura di cure palliative e manca di molti farmaci indispensabili quali antidolorifici, anti nausea e vomito, situazione causata anche dallo strisciante stato di guerra con la Russia che impegna molte risorse in armi togliendole alle cure primarie.
Per quanto riguarda la nostra SC va migliorata la capacità di pubblicare su questo tema: infatti l’ESMO chiede almeno una pubblicazione all’anno su tematiche di cure palliative sia come studio spontaneo sia come partecipanti a studi collaborativi nella propria Nazione o con l’ESMO.
In conclusione ottenere un diploma europeo è un onore ma anche un grande impegno per non rischiare la prossima volta di non essere più riconosciuti, e, come purtroppo sappiamo, tre anni volano.”