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Un organo al giorno - L'osso e le sue affezioni

Scheletro

 
 
L'ANALOGIA
 
 
Nel corpo umano
il cuore corrisponde ad una pompa,
il cervello ad un computer,
i reni ad un filtro,
i muscoli a degli elastici
e le ossa ad un’impalcatura,
uno chassis, un telaio.

 

Di: Davide Deangelis

In una visione squisitamente meccanicistica, e quindi semplicistica, del corpo umano, gli organi rappresentano la versione biologica di congegni e artifici idraulici, elettrici o meccanici. In realtà, il nostro organismo risulta essere molto più sofisticato e capace di sviluppare soluzioni di autoregolamentazione, equilibrio e conservazione, in un complesso sistema di interdipendenza e sinergia. Per tale ragione, l'osso non assolve solo il compito di reggere il nostro corpo come una sorta di tensiostruttura, ma svolge diverse altre importanti funzioni: deposito di calcio ed acidi grassi, produzione degli elementi figurati del sangue (ematopoiesi) sostegno e protezione. In ragione della sua proverbiale solidità ed inaspettata elasticità, l'osso costituisce l'organo principale dell'apparato locomotore, con cui altre ossa contraggono rapporti, denominati articolazioni, e su cui si inseriscono altre entità anatomiche di stabilità come i legamenti, oppure di contrattilità come i tendini, cui sono collegati secondariamente i muscoli. 
Contrariamente alla sua presunta rigidità ed ai luoghi comuni che lo vedono simbolo di asciuttezza e fissità (“ridurre all'osso”, “essere all'osso”) questa unità anatomica è “viva” e “mobile”: indipendentemente dalla sua forma, allungata, corta, o piatta, la sua struttura è in costante rimodellamento. Cellule costruttrici e cellule demolitrici si alternano nella danza della crescita e mettono in circolo elementi chimici, il calcio ed il fosforo, fondamentali per la sintesi di altri composti implicati nella contrazione muscolare. A seconda del coinvolgimento, in un processo morboso, di una delle suddette linee cellulari, osteoblasti od osteoclasti, avremo dunque delle conseguenze e delle espressioni fisiopatologiche diverse. 
 
Osteoclasti Osteoblasti
Se l'affezione compromette il normale ricambio e la fisiologica sostituzione cellulare, alterando il corretto meccanismo metabolico osseo, avremo delle manifestazioni scheletriche opposte: con patologiche, abnormi e disfunzionali crescite ossee, oppure delle fragilità, delle porosità o dei rammollimenti, cioè un deficit di consistenza.
Quando nel nostro corpo concorrono forze, energie ed agenti cellulari opposti sono spesso chiamati in causa delle sostanze con precipue funzioni endocrine, denominate ormoni, in grado di ingiungere messaggi eccitatori o inibitori a dei substrati compatibili od a recettori corrispondenti che vengono così attivati.
Dal canto suo, l'osso risulta sensibile agli ormoni prodotti dalla tiroide e dalle ghiandole contigue (paratiroidi), responsabili rispettivamente della diminuzione o dell'incremento della calcemia, ossia della dose di calcio circolante nel sangue, che, come accennato, costituisce il materiale con cui si costruiscono le ossa. Ma anche le vitamine giocano un ruolo importante, come la “D”, che regola l'assorbimento del calcio a livello intestinale ed il suo risparmio a livello renale; così come i meccanismi intrinseci e propri della differenziazione cellulare degli osteociti, privilegiando ora le cellule “edili” (osteoblasti), ora quelle “spazzine” (osteoclasti). Quando questo delicato sistema si altera incorriamo nelle malattie ossee ad eziologia metabolica, di cui l'osteoporosi, l'osteomalacia e l'osteite deformante rappresentano le manifestazioni patologiche di maggior rilievo.
 
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