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Più attenzione per i Tumori Rari

Sacchitelli

 
L'ESEMPIO
 
L’esempio e la testimonianza
della giovane Sofia Sacchitelli,
recentemente scomparsa a causa
di un angiosarcoma cardiaco.
 
La sua eredità: 
uno stimolo
per la Cura e la Ricerca
 
 
Di: Ernesto Bodini
 
Non sono certo pochi i drammi umani, come le moltissime malattie che colpiscono da sempre e ogni giorno l’essere umano. E sin qui non ci si può stupire, ma quando esse sono rare o rarissime, lo sconforto è certamente maggiore e chiunque ne venga colpito (se non è uno stoico) gli viene da chiedersi: «Perché proprio a me?»
È un’espressione spontanea, naturale e a dir poco comprensibile ma purtroppo senza risposta, tant’è che spesso subentrano inevitabilmente lo sconforto, lo smarrimento e la paura, lasciando poco spazio a qualsivoglia altro pensiero se non quello di aggrapparsi alla vita… sino all’ultimo.
Cuore TumorePiù raramente si “insinua” quella forza d’animo come accettazione dettata dalla razionalità che è la consapevolezza di un destino “segnato”, come quello che ha colpito la 23enne genovese Sofia Sacchitelli (nella foto), scomparsa nel mese di Marzo 2023 a causa di un angiosarcoma cardiaco, un tumore particolarmente raro in quanto colpisce circa 2-3 persone ogni anno per milione di abitanti.
La consapevolezza, se si vuole considerare questo termine, consiste nel fatto che la Sacchitelli era studentessa alla Facoltà genovese di Medicina e Chirurgia al 5° anno di Corso, a due passi dal traguardo, con risultati eccellenti, e che non facevano presagire questo “ostacolo” sino al 2022 quando le è stata diagnosticata la patologia. A novembre dello stesso anno l’inevitabile peggioramento, difficile da accettare e da pronunciare il termine stesso della patologia nonostante la sua filosofia che le faceva sostenere: «Le tragedie nella vita sono altre».Onlus Sofia
Inevitabile il percorso terapeutico ad “interrompere” brevi momenti di vita quotidiana, sia per la sua stessa stabilità mentale che per il bene della sua famiglia: i genitori, la sorella Ilaria e il fidanzato Nicolò, oltre ad una schiera di amici e compagni di Corso universitario. A questo riguardo ha scritto per i social: «La malattia mi ha permesso di provare sensazioni mai conosciute prima, non solo negative; di scoprire la personalità e la profonda sensibilità di alcuni, a differenza di altri che invece si sono tirati indietro, non sapendo come affrontare la situazione, ma che comunque non condanno».
Palloncini SofiaLa giovane e solare Sofia ha sempre amato la vita, riuscendo a concretizzare i suoi progetti: diventare medico, anzitutto, formare una famiglia e condividere parte della sua vita con le persone a lei più care; seguire lo sport, viaggiare e dedicarsi ai genitori una volta divenuti anziani.
Ma la sua angoscia-tormento che più l’assillava, come ha dichiarato ai social, era il fatto che avrebbe lasciato i genitori senza la sua “creatura”, senza la sorella minore e un ragazzo senza l’amore della sua vita. Tutto ciò non le dava pace. Ma un vero e proprio desiderio lo aveva in serbo: contribuire alla ricerca ampliando le conoscenze di una malattia assai rara come l’angiosarcoma cardiaco, attivando una raccolta fondi a partire con il mettere a disposizione i suoi stessi risparmi di studentessa-lavoratrice: tale raccolta è finalizzata, appunto, a studi e ricerca sugli angiosarcomi realizzati da parte dell’Italian Sarcoma Group, e permettere così una cura e una qualità di vita migliori nei pazienti affetti da questaLiguria per Sofia patologia. Per il suo impegno, il grande altruismo e la lucidità con cui spiegava la sua malattia, l’Università di Genova a inizio marzo aveva deciso di conferire a Sofia, per la prima volta nella storia dell’Ateneo, la medaglia d’oro al merito. Un riconoscimento che ha fatto onore a lei, alla sua famiglia, all’Ateneo e alla collettività; il cui valore aggiunto è richiamo per tutti coloro che intendono dedicarsi alla Medicina e in particolare alla Ricerca.
 
LA SCHEDA
L’angiosarcoma cardiaco è una rara forma di tumore che origina dal tessuto che riveste le pareti dei vasi sanguigni e vasi linfatici. La localizzazione cardiaca risulta ancora più rara come in generale vale per le neoplasie cardiache primitive. È un tumore che colpisce più frequentemente l’atrio destro formando una fitta rete di canali vascolari. Dal punto di vista epidemiologico l’incidenza colpisce circa 2-3 persone per milione di abitanti, soprattutto pazienti di età inferiore ai 65 anni. I sintomi all’esordio, aspecifici e frequenti, sono: dispnea, dimagramento, affaticamento, dolore; quelli cardiologici più tardivi sono: aritmia, insufficienza cardiaca, versamento pericardico, stenosi valvolare. La diagnosi precoce è purtroppo poco frequente, Cuore 1tuttavia, l’ecocardiografia è diventata il cardine della diagnosi e, insieme alla biopsia (analisi istologica), rappresenta lo step fondamentale per riconoscere e caratterizzare il tumore. Per quanto riguarda l’ecocardiografia essa comporta la visita cardiologica, base imprescindibile per la diagnosi e la cura di un problema cardiologico, fondamentale per la diagnosi e la cura delle principali patologie cardiache; presso gli ambulatori di Cardiologia afferiscono pazienti senza patologia conosciuta, ma che necessitano del parere del cardiologo per sintomi quali dolore toracico, affanno, svenimento e astenia. In questi ultimi anni è stato possibile introdurre nuove valutazioni circa il funzionamento cardiaco, in particolare si valutano la deformazione del tessuto cardiaco e la sua velocità. Tali informazioni consentono di diagnosticare con estrema precocità alterazioni che con le metodiche classiche si evidenziano dopo molto tempo, e permettono di monitorare anomalie con estrema efficacia e precisione.
 
 

 

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