Il "valore" di un fumetto - Il coraggio oltre il 90°
L'INTERVISTA
In occasione
della presentazione del fumetto
“Il coraggio oltre il 90°:
finita la partita c’è ancora da giocare”,
abbiamo intervistato
i due più giovani fumettisti.
Di: Loredana Masseria
Da “Storie che raccontano la tua ASL”
N.°91 - Maggio 2023
Alessia Fiorio Plà ed Alin Dobos, classe 2000. L’idea del fumetto c’era, ma non i fumettisti. Alessia ed Alin furono contattati dal prof. Nocerino del Primo Liceo Artistico al quale avevamo chiesto aiuto e propose due nominativi di ragazzi che si erano diplomati al Liceo. Compagni di classe e studenti alla Scuola Internazionale di Comics Torino.
Al primo incontro, Alessia ed Alin, non ‘sembravano’ così convinti di realizzare un fumetto per una Azienda Sanitaria Locale. Si proposero, quasi presi da compassione, per realizzarne uno a testa. Ma poi conobbero la storia di Ghirotti e gli incontri del giornalista in quel lungo viaggio nel tunnel della malattia, Vincenzino, Cinzia, i medici che li curavano, gli altri malati di reparto; videro in bianco e nero le immagini della sanità del tempo che per certi versi era il bianco e nero della vita del malato che trascorreva nella solitudine e nell’abbandono; si nutrirono della scrittura di Ghirotti, quella si che era a colori, della sua ironia, credettero a quella partita mai chiusa e compresero che toccava a loro, giovani classe 2000, continuare a giocarla. Da un episodio così accettarono di realizzarne due. Per completezza d’informazione l’incontro con gli altri fumettisti, Marco Simeoni e Alessandro Forte, più adulti, furono un colpo di fortuna.
Marco è un professionista, insegnante, e ha proposto di occuparsi del lettering e dell’impaginazione; Alessandro ha già finito gli studi e ha uno stile più pungente. Hanno già eseguito dei lavori nel campo del fumetto.
Ma quali sono le sensazioni che hanno vissuto i giovani professionisti nel realizzare il fumetto? Alessia, superati i timori che si percepivano all’inizio, è solare ed entusiasta, “Ho avuto la possibilità di conoscere un personaggio che ha avuto il coraggio, pur nella malattia, di denunciare un sistema. A me sinceramente era sconosciuto e ho scoperto una realtà inimmaginabile. Attraverso il suo lavoro ho compreso la realtà e tutto quello che stava intorno al mondo degli ospedali. Vista la mia giovane età non sono, fortunatamente, frequentatrice di ospedali, era un mondo che guardavo da lontano”.
Ma il periodo del Covid ha dato l’idea di cosa sia la sanità? “Del Covid ascoltavo le notizie ‘spot’ positive o negative. Il Covid, è vero, mi ha aperto una finestra sul mondo della sanità, ma in questo caso ho potuto indagare un rapporto tra la sanità di oggi e quella di un tempo”.
Anche Alin ha scoperto il personaggio Ghirotti divenuto famoso in una sola sera grazie alla trasmissione televisiva sulla RAI, “Anch’io non conoscevo Ghirotti e mi ha colpito il suo modo di affrontare la malattia e di come l’ha raccontata. Ma è stato interessante anche da un punto di vista professionale perché abbiamo dovuto lavorare su una biografia; è stato molto avvincente. Non l’avevo mai fatto e ho dovuto studiare l’uomo nel suo spazio, nel suo tempo, nella sua vita”. Rafforza la peculiarità di questo lavoro Alessia, “In genere si tenta di disegnare l’attore famoso, il cantante preferito, ma lavorare su un personaggio così particolare è stato diverso dal cercare la foto dell’attore famoso. Ghirotti, è un personaggio realmente esistito a cui abbiamo dato voce e, riuscire a dargli il movimento nello spazio e nelle espressioni del viso... è stato molto stimolante. Ci siamo impegnati molto nello studio anche perché volevamo che la gente lo riconoscesse”. “Lui, comunque, ha dei caratteri abbastanza evidenti” aggiunge Alin “e quindi secondo me si poteva rendere riconoscibile. Ma prima bisognava trovarli quei tratti particolari”.
Sono sempre in sintonia Alessia ed Alin. Si saranno copiati nello stile? Si scopre che ognuno guardava gli schizzi dell’altro ma si erano resi conto che erano già simili. Durante la presentazione delle bozze, per i non addetti ai lavori, era difficile comprendere che in futuro sarebbero stati bei disegni. In Alessia, emergeva subito la sua vena da illustratrice ma su Alin il sospetto era lecito. Interveniva Alessia a giustificare Alin nel suo tratto scuro, sporco e torbido spiegando che poi ‘pulite’ le bozze sarebbero state molte belle. E belle lo sono. Uno dei protagonisti del fumetto è Guglielmo ed Alin ed Alessia ne hanno colto il valore.
Alessia ne parla con dolcezza, “Guglielmo è un bel personaggio molto curioso ed interessato a quello che racconta Ghirotti. Rappresenta il tramite tra epoche diverse e permette di affrontare argomenti molto seri con leggerezza (in senso calviniano). L’ho visto come personaggio da tramite, lui fa muovere la storia. È interessante che la nuova generazione sia rappresentata con questa curiosità e con questa voglia di ascolto. Curiosa del passato per costruire il futuro e, visto che a volte noi giovani siamo considerati degli sfaticati, un po’ apatici, Guglielmo permette un riscatto perché dimostra che siamo in grado di essere anche questo, curiosi del mondo, del passato, delle storie del passato”.
Aggiunge Alin, “Quello che mi piace è il rapporto che si è instaurato tra Ghirotti e Guglielmo, la fiducia reciproca rappresenta la fiducia che deve esserci nel rapporto tra generazioni. È molto positivo e pieno di speranza. Guglielmo riesce a costruire un ponte tra le generazioni”. Alessia ed Alin sono belli, giovani, appartengono alla generazione Z con una passione per un mezzo di comunicazione considerato demodé come il fumetto. Come si spiega?
Alin: “A me è successo per caso e di recente, qualche anno fa. Ho iniziato a leggere fumetti intorno ai 18 anni e mi sono innamorato dei Manga, mi piace quello stile. La caratteristica è che sono molto dinamici. Ho sempre voluto lavorare nel mondo artistico ma non sapevo esattamente in quale settore. Il fumetto mi ha incuriosito, nel senso che mi è sembrato una buona strada e ho voluto provare a studiare questo ambito. In fondo arrivavo dal liceo artistico, conoscevo le tecniche e sapevo di essere bravo in disegno. Il fumetto è davvero avvincente”. Interviene Alessia che ricorda quando, il primo giorno di scuola, i compagni videro i disegni di Alin e pensarono: “Vabbè noi possiamo andare...” Parlando di sé stessa Alessia ride ripetendo la frase di ogni artista: “Io disegno da quando ho ricordo! Io mi ricordo che già all’asilo passavo il mio tempo a disegnare, però, anch’io non sono mai stata una appassionata di fumetti. Non ne leggevo molti. I miei nonni mi regalavano Il Giornalino che aveva sezioni dedicate ai fumetti, ma niente di che. Durante l’adolescenza mi sono incuriosita delle illustrazioni, perché i libri che avevo a casa sulle favole erano pieni di illustrazioni e allora ho scelto il Liceo Artistico pensando ...vorrei fare questa cosa qua”. Ancora una curiosità sulla scelta degli episodi realizzati per il fumetto “Il coraggio oltre il 90°: finita la partita c’è ancora da giocare” che essi stessi hanno scelto tra le pagine di Ghirotti.
Alessia: “Io ho scelto Cinzia perché mi sono ritrovata nelle sue considerazioni, l’ho capita, compresa, ho pensato che avrei potuto essere io quella ragazza. Tra la parte professionale e quella sentimentale su Cinzia ha prevalso quella sentimentale. Cinzia è una ragazza come me, mi sono immedesimata nella sua disperazione. L’altro episodio riguarda Vincenzino. Vincenzino arriva al cuore, una tenerezza infinita che era giusto raccontare”.
Alin ama l’azione e per lui “Io ho scelto la partita perché c’era tanto movimento, azione e quindi ho ritrovato le mie caratteristiche professionali. L’episodio sul cibo mi ha colpito per la denuncia sulla scarsa qualità dei pasti, per il medico fantasma e per l’esperienza vissuta da un fumettista contemporaneo, Armando Borrelli, che nella stanza dell’ospedale utilizza i prodotti vegetali per inventare nuovi colori. In un mondo green utilizzare gli scarti per ottenere colori biologici mi è sembrato geniale”.
Sono davvero belli Alessia ed Alin, belli della loro giovinezza, belli per la loro passione e per aver creduto in quei valori che hanno fatto rinascere grazie al loro lavoro di fumettisti. Molto hanno imparato ma molto ci hanno insegnato e quella partita che continuano a giocare...