LA SINERGIA
L'importanza
del "counselling" farmacologico
dei Malati con Tumori Rari
Scuola
di specializzazione
in Farmacia Ospedaliera
Università di Torino
Di: Tiziana Comandone
La Comunicazione
La comunicazione
1 è definita come ogni processo che consiste nello scambio di messaggi, attraverso un canale e secondo un codice, tra un sistema (animale, uomo, etc.) e un altro della stessa natura o di natura diversa.
La teoria della comunicazione2 si fonda su tre modelli che si integrano e completano a vicenda: modello meccanico, modello sistemico e modello relazionale. Il primo consiste del trasferimento di un’informazione da un emittente ad un destinatario è privo di un feedback, la risposta. Il modello sistematico è una comunicazione circolare, caratterizzato dall’interazione tra più soggetti che si attua in un sistema definito dalla comprensione e dal feedback. Infine, vi è il modello razionale una comunicazione non considerata un semplice passaggio di informazioni, ma diventa un atto, un evento, un processo.
La comunicazione avviene sempre su due piani, quello del contenuto e quello della relazione, così è possibile evidenziare tre livelli di linguaggio: verbale, ovvero il contenuto; paraverbale, come il tono o il timbro della voce; non verbale, come la postura, l’atteggiamento o la gestualità. La comunicazione ha più probabilità di essere efficace quanto più vi è una connessione fra i diversi livelli.
Nella comunicazione è fondamentale saper ascoltare, ovvero essere concentrati sull’interlocutore e sulle sue richieste. Solitamente si individuano due momenti principali nello svolgimento della relazione comunicativa: la parola e l’ascolto. Nella parola è importante che chi parla possegga una capacità linguistica atta a garantire un’adeguata comunicazione del messaggio, invece nell’ascolto bisogna essere in grado di uscire dalla sfera culturale e sociale di cui si è parte e rendersi disponibili alla comprensione del nostro interlocutore. Ecco che l’ascolto diventa un momento fondamentale per la buona riuscita della relazione/comunicazione. Un atto comunicativo è efficace quando viene compreso dal destinatario ed un comunicatore efficace riesce a traferire messaggi in modo tale che vengano recepiti in modo chiaro dall’interlocutore. Talvolta è possibile che si abbia una scarsa comprensione del messaggio questo perché nella comunicazione sono coinvolte sia la parte razionale che quella emotiva.
Cosa è il counselling?
L’intervento di councelling3 viene definito dall’OMS come il processo che, attraverso il dialogo e l’interazione, aiuta le persone a risolvere e gestire problemi e a prendere decisioni. Esso coinvolge un “cliente” e un “councellor”: il primo è un soggetto che sente il bisogno di essere aiutato, il secondo è una persona esperta, imparziale, non legata al cliente, addestrata all’ascolto, al supporto e alla guida (Organizzazione Mondiale della Sanità,1989).
L’idea di base è che se una persona si trova in difficoltà la miglior cosa da fare per venirle in aiuto è quella di metterla in condizione di comprendere appieno la sua situazione e di gestire il suo problema prendendosi la piena responsabilità delle sue scelte. La persona deve avere le risorse4 emotive, affettive e cognitive necessarie per risolvere il suo problema. Il councellor ha il compito di permettere la riorganizzazione di queste risorse, infatti alla base di un intervento di counselling ottimale vi è l’insieme delle abilità, atteggiamenti per aiutare la persona.
L’attività di counselling del Farmacista
Le attività del farmacista5 vanno via via diversificandosi ed ampliandosi. Il farmacista ha dovuto interfacciarsi con le politiche di contenimento della spesa farmaceutica ospedaliera e territoriale e con l’erogazione di nuovi servizi assistenziali del Servizio Sanitario che fanno seguito all’incremento dei bisogni di salute, dovute anche all’invecchiamento della popolazione. In particolare, la figura del farmacista ospedaliero, si inserisce in una realtà nella quale deve rendere disponibili prestazioni e informazioni per assicurare interventi terapeutici efficaci, sicuri ed economicamente sostenibili. Inoltre, con il tempo ha acquisito nuove competenze: quella logistica, quella tecnica e quella clinica. La prima consiste nell’acquisizione, gestione e distribuzione dei medicinali e dispositivi medici. La seconda nell’allestimento dei medicinali e l’ultima si inserisce nella gestione Clinica delle Sperimentazioni e nella figura e del Farmacista di Reparto. Proprio in quest’ultimo ambito l’attività del farmacista ospedaliero come esperto del farmaco, è improntata per l’ottimizzazione della terapia del singolo paziente (pharmaceutical care) bilanciando più aspetti: gestione delle risorse, aggiornamento professionale, condivisione di conoscenze in merito all’uso e all’appropriatezza d’uso del medicinale.
Il counselling per il farmacista6 consente di integrare la consulenza, ossia l’intervento nel quale vengono messe in gioco le competenze specifiche di un professionista (educational goal) con la relazione di aiuto ovvero, un processo nel quale un soggetto attraverso l’offerta di tempo, attenzione e rispetto, talvolta col sostegno di specifiche metodologie, aiuta un altro che è in difficoltà a ritrovare risorse e modi per condurre in modo produttivo la sua esistenza (helping goal). L’apprendimento e perfezionamento delle competenze di base del counselling permette di attuare interventi non improvvisati dal punto di vista relazionale, ma piuttosto ispirato a principi e strategie centrali sui bisogni e sulle richieste dei singoli, nonché sulle loro specifiche risorse e potenzialità.