Lettera Aperta
del dott. Alessandro Comandone a Davide Deangelis
<Credo nell’Evidence, ha ragione chi studia di più
e chi dimostra una tesi scientificamente vera>.
Caro Davide,
ho impiegato molto a leggere i due articoli. Mi piacciono per lo stile pratico e diretto.
Ti scrivo il mio pensiero, che potrebbe aprire un dibattito sul nostro portale.
Come leggerai, soprattutto nei confronti dell’articolo <Evidence o Slow> avrai in me un "oppositore".
Io laureato nel 1981 quando la EBM non esisteva (divenne ufficiale dopo la morte di Cochrane e dopo il famoso articolo su JAMA e JCO) sono vissuto nei primi 15 anni di professione nell'EMINENCE based Medicine: quello che diceva il Primario o il Professore era Legge. Perché? Perché il Primario "aveva esperienza" e andava ascoltato sempre e dovunque anche se non si era d'accordo o se sbagliava.
Quando arrivò la EVIDENCE based Medicine io la accolsi come un grande segno di democrazia: non aveva "ragione" chi aveva più anni o più galloni, ma chi studiava di più e chi dimostrava che una tesi era scientificamente vera (in una materia quale è la Medicina che peraltro è lontanissima dalla scienza pura). Alias, il Primario era bravo se studiava e faceva ricerca a cui aggiungeva l'esperienza. Ma la sola esperienza o i gradi non significavano nulla.
Vissi poi nel 1997-1998 la tragica esperienza Di Bella dove valeva il RACCONTO: il ragazzo di Lecce (prototipo dei pochi casi portati ad esempio) era guarito da un Linfoma quando i Medici avevano detto che sarebbe morto.
A parte il caso umano sempre da rispettare, si scatenò una tempesta che fece spendere all'Italietta 2.400 miliardi di Lire per fare una ricerca sulla quale TUTTO il mondo rideva. Quando si dimostrò che la Di Bella era una Bufala e che con il bicarbonato non curi il cancro, insorsero le masse: la lobby medica voleva che la terapia alternativa fallisse per mantenere il potere. In realtà era solo evidente un fatto: con la Di Bella avevamo fatto morire senza la giusta cura migliaia di persone.
Si ritornò ad un periodo più ragionato, forse estremista dall'altro lato: tutto andava dimostrato con studi randomizzati e nel 2009 uscì il famoso articolo di BMJ sulla non dimostrata efficacia del paracadute, mancando uno studio randomizzato che comparasse il destino di 50 persone che si buttavano dall'aereo con il paracadute e 50 senza tale strumento. Un paradosso, ma stigmatizzava con ironia che NON tutto può essere dimostrato con studi di confronto...
Adesso il tuo articolo e la posizione di alcuni illustri Clinici quali Paolo Casali mettono di nuovo in dubbio la EBM.
Certo nelle malattie rare e nei Tumori rari di cui ci interessiamo trovare EBM non è facile: in un tumore che si manifesta con pochi casi all'anno è impossibile arrivare a prove di evidenza in meno di 10 anni, con il rischio che i Malati stiano senza cura e muoiano in attesa di prove di efficacia.
Ma qual è il rischio opposto? Che chiunque ha ragione: chi cura con le erbe, chi con i farmaci sbagliati, chi con le danze wodoo.
E guarda caso questa nuova posizione prende forza quando si apre la "democrazia del web" dove ognuno ha ragione. La scienza non conta più, le opinioni sono tutte uguali e valide.
Io medico posso dare suggerimenti su come ricostruire il ponte di Genova e il mio parere vale quello di grandi ingegneri.
La fantasia al potere era lo slogan degli Indiani Metropolitani in mia gioventù. Ora lo sta diventando nella quotidianità e ormai in ambulatorio arrivano decine di Parenti di Malati che ti chiedono come mai non è stato prescritto il farmaco X al Malato anche se tale farmaco è stato approvato per tutt'altra patologia.
Non mi dilungo. In sintesi credo che si dovrà superare l'EBM soprattutto nei Tumori Rari, ma per il momento mancando modelli alternativi, io, personalmente, per curare i miei Malati mi avvalgo assolutamente delle Linee Guida, del PDTA e della EBM (Evidence Based Medicine naturalmente e non Eminence anche se sono “primario” e mi farebbe molto comodo dire che ho ragione perché sono il “primario”. Invece, per fortuna DEVO studiare come tutti gli Altri e supportare le mie tesi con la fatica, la scienza, il ragionamento e non ultimo il buon senso.
Alessandro Comandone