A tutti gli Infermieri e le Infermiere
LA DEDICA
Il ricordo di
Florence Nightingale
fondatrice
delle Scienze
infermieristiche
Di: Ernesto Bodini
So bene che i confronti e i paragoni rapportati indietro nel tempo non sempre contribuiscono a sollevare il morale dei professionisti di oggi, specie in condizioni di estremo impegno a causa dell’epidemia, ma rievocare alcune peculiarità di Florence Nightingale (1820-1910) credo sia motivo di orgoglio per tutti quelli che hanno scelto la professione infermieristica, ancorché votata spesse volte all’estremo sacrificio.
Questa fondatrice delle Scienze infermieristiche, di cui quest’anno ricorre il 200° della nascita, è da rammentare per lo sviluppo della sua indole filantropica e della sua intera esistenza dedicata ai sofferenti e ciò in considerazione delle condizioni degli ospedali agli albori della rivoluzione igienista, ma anche della grande ispirazione religiosa che ben ha “accompagnato” la nascita delle scienze post-positiviste e del concetto di specializzazione della profonda conoscenza, come pure del clima vittoriano che muta la concezione femminile in pieno periodo di eventi bellicosi, quali la parentesi di Crimea detta anche Guerra d’Oriente (dal 1853 al 1856).
Ci vollero le sue doti di sensibilità, meticolosità e determinazione per far fronte alla drammaticità di quegli eventi, riuscendo ad organizzare al meglio le condizioni igieniche dell’ospedale, superando nel contempo l’indifferenza, l’ignoranza e le insidie del contagio (tifo, colera e dissenteria). Per migliaia di sofferenti la sua apparizione significò la salvezza, e per buona parte di loro si adoperò aiutandoli anche economicamente e scrivendo lettere ai familiari. Sin da allora le fu dato il soprannome “La signora della lampada” perché di notte girava nelle camerate ad assistere i pazienti facendosi luce con una lampada. L’esperienza vissuta accanto ai molti soldati feriti e morenti, proprio per le scarsissime condizioni igieniche, diede inizio ad una campagna per migliorare la situazione aprendo una sottoscrizione per la raccolta fondi con il risultato che, molti ospedali soprattutto militari, vennero costruiti seguendo le sue preziose indicazioni.
Questo esempio di impegno etico e deontologico è durato ben oltre mezzo secolo per una professione totalmente dedita ai sofferenti che, rapportato alla nostra odierna attualità endemica, sicuramente può essere di incoraggiamento e stimolo per tutti coloro che intendono fare questa scelta professionale, e nel contempo anche per tutti coloro che nel corso della propria vita incontreranno “un infermiere” o “una infermiera” che li possa illuminare con la loro lampada… Un gesto che si confà anche ai giorni nostri, ben interpretato da Noemi, l’infermiera della Terapia Intensiva dell’ospedale Martini di Torino che,in un lungo post su Facebook, ha raccontato la video telefonata (probabilmente l’ultima) tra una figlia e la mamma ricoverata. «Brividi e lacrime di unica emozione», ha scritto; non augurando ad alcuno di vedere ciò che stava vedendo in ospedale nelle ultime settimane.