I Quadretti - L'ottimismo di Marisa Zambrini
IL QUADRETTO
Di: Gianni Romeo
La vita intensa
di Marisa Zambrini,
dai successi come tuffatrice
alle corse in auto.
Ora, a 96 anni e mezzo,
aspetta che cadano i divieti
legati al contagio
per tornare a ballare.
<Vieni a cena con noi, Marisa?>. Qualche volta si va alla bocciofila, prezzo modico, ambiente simpatico. <Volentieri, risponde, peccato soltanto che con la faccenda del virus ci sia ancora il divieto di ballare. Ma prenderemo il fresco e sentiremo un po’ di musica, accontentiamoci>.
Quella ballerina impaziente, tanto per chiarire, ha 96 anni e mezzo, batte almeno di una quindicina gli altri commensali. Ma è la più giovane del
gruppo, non c’è dubbio. Il suo segno, l’Acquario, recita: persona dotata di dinamismo, inventiva, intelligenza, è futurista, geniale, anticonformista, non segue le mode, preferisce anticiparle…

Allora bisogna credere davvero nei segni zodiacali. Lo sospetto da quando ho conosciuto Marisa Zambrini e poco alla volte è emersa la sua storia.
La prima immagine ci presenta una giovane torinese di papà emiliano, piccolina, il sederino pronunciato, che per togliersi il complesso del “lato B” decide di mettersi in costume da bagno e tuffarsi dal trampolino. Quello di 5 metri naturalmente, il più alto: che spavento la prima volta, ricorda, però l’acqua l’accoglie amica e lei ci prende gusto. Quando festeggia i 24 anni è campionessa italiana dalla piattaforma di 10 metri (<com’era lontano, il blu…>). Scelta furbetta, perché nel primo dopoguerra si contano sulla punta delle dita le rivali dotate di cuore saldo e un pizzico di sana follia. Poi va a tuffarsi dentro altre esperienze, il suo motto è <se lo fanno gli altri posso farlo anch’io>. Un <io> al femminile, però. E se ancora oggi le donne incontrano tante barriere, pensate ai muri dei primi Anni Cinquanta.
Va alla scoperta dell’automobile, tira molto la piccola Topolino, lei come un topino mette il naso dappertutto. Bussa, a forza di bussare le aprono.

Poi s’intrufola alla scuderia Serenissima, il ruggito delle corse su strada. A 29 anni, 1953, partecipa a una Mille Miglia invitata come <seconda> dal pilota francese Guinod, vincono con una Peugeot 203 la classe fino a 1220. Naturalmente corre in tailleur, <ero l’unica donna a partecipare, credo la prima in assoluto, dovevo pure farlo sapere, senza travestirmi con tute mimetiche>.
La sua storia è un film. Ora si accontenta di una cenetta alla bocciofila e degli amici che le chiedono l’elisir di lunga vita. Ci smonta subito: <Diete particolari? Ho sempre mangiato di tutto. Soltanto le carote non mi piacevano, mamma me le ha messe in tavola per due giorni di seguito, o quello o niente, dopo due
giorni erano diventate buone. Una preferenza? <Ride: la polenta!>.

Niente fumo, poco alcol. La ricetta vincente forse è proprio quella ricerca quasi ossessiva di fare cose nuove a qualunque età, di non annoiarsi mai. Curiosità condita da forte ottimismo: <Mi sono imposta sempre di vincere la paura dell’ignoto, se deve capitarmi qualcosa di negativo non lo evito fasciandomi prima…>. <Che titolo avrei dato a una mia biografia, se l’avessi mai scritta? Sono una donna fortunata>.
Ora, alla vigilia dei 97 anni, aspetta che cada il divieto di andare a ballare.