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Cartoline dal Passato - Renata Tebaldi, l'incanto di una voce


La Boheme Decca

LA CARTOLINA
 
Di: Augusto Frasca
  
 
Da oltre un secolo
il primato è lì, intatto.
 
La Bohème pucciniana
incisa dalla Decca nel 1959,
è tuttora l’opera lirica
più venduta al mondo.
 
 
Da oltre un secolo il primato è lì, intatto. La Bohème pucciniana incisa dalla Decca nel 1959, con la direzione di Tullio Serafin e Carlo Bergonzi nel ruolo di Rodolfo, è tuttora l’opera lirica più venduta al mondo. Nello stesso anno, dopo le prime quattro stagioni trionfali al Metropolitan di New York, il pubblico milanese aveva accolto il suo rientro alla Scala in una delle sue interpretazioni preferite, Tosca, con quaranta minuti di applausi. Altro primato.
 
Cento anni dalla nascita di Renata Tebaldi, una delle grandi italiane della storia moderna.
ToscaSoccorre la tecnologia a mantenere vive carriera e statura artistica della cantante che ha segnato con l’eccezionalità delle sue interpretazioni cronaca e storia della lirica del ventesimo secolo. Sufficienti due esempi visivi, da estrapolare e da segnalare a lettori variamente curiosi, per dare conto della grandezza dell’artista nata a Pesaro nel primo giorno di febbraio del 1922. Si tratta di testimonianze facilmente rintracciabili con l’ausilio di internet: la registrazione in piena maturità del duetto con Franco Corelli nel ‘Vicino a te s’acqueta’ dall’Andrea Chenier, e del ‘Tebaldi returns to New York’, la serata speciale al Metropolitan a lei dedicata il 14 dicembre 1995, ricordo e celebrazione delle lunghe stagioni in cui il soprano italiano fu, di quel teatro, dall’esordio del 1955 nell’Otello, affiancata da Mario Del Monaco, fino all’ultima apparizione del 1973, ancora con l’opera Toscaniniverdiana, facendo registrare in ognuna d’esse, incontrastata protagonista, primati d’incassi.
 
Definita ‘miracolo di Murano’, e ‘voce d’angelo’ da Arturo Toscanini, vale a dire il direttore d’orchestra che fu per decenni tra i dominatori dei podi internazionali, la voce di Renata Tebaldi fu in realtà un autentico miracolo per fraseggio ed ampiezza, ricchezza di armonici, morbidezze di suono alternate ad emissioni drammatiche di rara potenza, attraverso un repertorio che, a fianco delle massime opere italiane, Tosca, Bohème, Madama Butterfly, Aida, Otello, Traviata, Adriana Lecouvreur, Wally, dilatò con estrema duttilità a Mozart e Wagner. Moltiplicata da inevitabili pettegolezzi e da schiere di irriducibili, fanatici sostenitori dell’una e dell’altra, storica la rivalità con Maria Callas.
 
In casi del genere, impegnarsi in classifiche è esercizio, più che sciocco, inutile. Diverse per bellezza di voce, sensibilità, capacità interpretative, ricchezze umane.Tebaldi Callas Ma ambedue sovrane. Allo stesso livello. A differenza della cantante d’origine greca, al cui carattere non faceva certamente difetto una riscontrata spigolosità, stile, educazione, riservatezza e generosità di tratto furono sempre alla base d’ogni comportamento dell’italiana. A mettere tuttavia una pietra tombale su malignità e contrasti intervenne – era il 16 settembre 1968, il luogo un camerino del Metropolitan – l’abbraccio di una Callas commossa ad una Tebaldi trionfante al termine di una strepitosa recita dell’Adriana Lecouvreur passata alla storia.
 
1958 TebaldiDal 19 dicembre del 2004 Renata Tebaldi riposa nel cimitero di Langhirano, località emiliana della prima infanzia. San Marino, dove spesso soggiornò, è sede della fondazione a lei intitolata. Busseto, luogo d’elezione verdiano, ha aperto da tempo le sale di un palazzo nobiliare ad una mostra permanente di documenti, di testimonianze visive e dei meravigliosi abiti di scena indossati dal soprano nei principali teatri internazionali. Los Angeles e Hollywood, con la famosa Walk of Fame, conservano intatta, fianco a quelle di Enrico Caruso e di Beniamino Gigli, la stella a cinque punte dedicata nel 1960 alla cantante italiana. Così come resta negli archivi, datato al 1958, il tributo della copertina di Time.
Maria Callas era scomparsa, nella sua abitazione parigina, molto prima, nel 1977. In piena solitudine, vittima delle vicende sentimentali che avevano segnato negativamente le ultime stagioni di una vita tanto affascinante quanto sfortunata.
 
 

 

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