Cartoline dal Passato - La donna nei secoli, Cleopatra, Marie Curie, Callas...
LA CARTOLINA
Di: Augusto Frasca
Un serbatoio infinito,
un elenco sterminato,
tanto vasta è la galleria di donne che,
nel bene soprattutto,
ma anche nel male,
hanno lasciato attraverso i secoli
segni indelebili della loro presenza.
Una splendida mostra di arti figurative aperta in questi giorni nella sede romana del Museo delle Arti marziali ha offerto lo spunto per una riflessione e per un tentativo di catalogazione che ha probabilmente del temerario. Argomento della mostra è la donna, intesa come corpo, mente e cuore.
Dall’argomento, e da una giuria improvvisata tra addetti ai lavori, è nato il tentativo di mettere nero su bianco impegnandosi nel recupero storico di personaggi femminili rimasti impressi nella memoria a partire dagli anni di studio della prima adolescenza, fino ai tempi d’oggi.
Un serbatoio infinito, un elenco sterminato, tantovasta è la galleria di donne che, nel bene soprattutto, ma anche nel male, hanno lasciato attraverso i secoli segni indelebili della loro presenza, nella politica come nelle religioni, nel mondo dell’arte come nelle scienze, nella letteratura come nell’emancipazione del genere femminile e nel rispetto dei diritti civili.
Scorrendo velocemente l’elenco prodotto dal gruppo di addetti ai lavori della mostra ci siamo accorti come il realismo storico abbia prevalso nettamente sulla suggestione e sulla lontananza dei tempi. Se quindi non sono stati trascurati nomi estratti di peso dalla mitologia come Saffo, Cassandra, Ifigenia o Penelope, o dalla storia antica, come Poppea o Cleopatra, nella galleria improvvisata ha trovato un ruolo d’onore Giovanna d’Arco, la diciannovenne pulcelle d’Orleans che nel millequattrocento guidò i francesi contro gli inglesi, finendo poi vittima di inganni e bruciata sul rogo di Rouen.
Se hanno avuto spazio adeguato figure politiche dominanti nel secolo sedicesimo come Caterina de’ Medici ed Elisabetta I d’Inghilterra o come,
più avanti, nelle arti figurative, l’insuperata grandiosità pittorica di Artemisia Gentileschi, la modernità, rifugio istintivo alle perdite di memoria, ha tuttavia prevalso, privilegiando quindi figure più vicine nel tempo, scienziate come Marie Curie, politiche come Evita Peron, protagoniste nella difesa dei diritti civili come Rosa Parks, la donna di colore che su un tram di Montgomery in Alabama rifiutò di cedere il posto a un bianco, scrittrici come Jane Austin, Agata Christie, Marguerite Yourcenar, Grazia Deledda o Elsa Morante, maestre della pedagogia come Maria Montessori, figure incontrastate del mondo dello spettacolo come Eleonora Duse, Sarah Bernhardt o Maria Callas, e dello sport, come Ondina Valla, prima olimpionica italiana.
Ma, su tutto, ha prevalso l’attualità. Con due nomi, Anna Politkovskaja, la giornalista della Novaja Gazeta assassinata sulla porta dell’ascensore di casa da sicari di Putin, e Mahsa Amini, la ventiduenne curda recente vittima, sulle strade di Teheran, delle brutalità del regime islamico iraniano.
Testimoni, entrambe, Anna e Mahsa, come Rosa Parks, dell’eterna lotta, ad ogni latitudine, contro la violenza del potere, assieme alle infinite cavie umane spesso sepolte nel più perverso degli anonimati.