La sagra degli integratori: ma sono davvero utili?
Riflessioni su loro uso
nelle patologie tumorali
Di Davide Deangelis
DH Oncologia Medica
Humanitas Gradenigo - Torino
È sufficiente recarsi in qualunque supermercato per intuire la portata commerciale e la conseguente ricaduta sociale dell'industria legata agli integratori. In Italia, dove una normativa più severa, attenta e cautelativa ne disciplina produzione, immissione sul mercato e distribuzione, tale fenomeno è ancora contenuto o comunque in parte protetto dall'egida medico-farmaceutica; ben diversa è la situazione nei Paesi anglosassoni, il cui liberismo e liberalismo sembrano lasciare adito a politiche irresponsabili o comunque non coerentemente tutelanti il cittadino medio, completamente disinformato sui rischi (reali) ed i benefici (presunti) dei prodotti di cui può comodamente approvvigionarsi.
Se poi moltiplichiamo tale effetto per la pronta disponibilità favorita dall'acquisto online e la superficialità con la quale vengono indicate le limitazioni d'uso o i toni miracolistici e taumaturgici con cui sono descritti i prodotti pubblicizzati, capiamo la gravità della questione e la sua ripercussione sulla salute dei consumatori, soprattutto quando già afflitti da patologie complesse come quelle oncologiche.
Occorre innanzitutto creare chiarezza concettuale e apportare ordine metodologico in questo universo quanto mai eterogeneo e onnicomprensivo. Non tutti i prodotti in commercio rientrano nella categoria degli integratori: o meglio, con il termine integratori si suole indicare sostanze che da un punto di vista strettamente biochimico non vi appartengono.
Esistono in commercio e sono stati sintetizzate in laboratorio, oltre che normalmente presenti in natura, diverse molecole:
* Complessi multivitaminici
* Antiossidanti
* Integratori
* Supplementi nutrizionali
* Nutraceutici
Nel primo gruppo rientrano quei prodotti contenenti vitamine, appunto, e sali minerali; sostanze sicuramente utili a patto di osservare alcune avvertenze e porre alcune considerazioni. Le vitamine sono sostanze in parte volatili, per cui la loro durata è limitata nel tempo, in quanto dipendenti dall'assorbimento organico ed utili limitatamente entro certi dosaggi. Abusare infatti delle vitamine A o D o sali minerali, quali calcio e sodio, aumenta sensibilmente il rischio di litiasi (calcoli) oltre che sottoporre i reni ad un eccessivo impegno emuntorio.