La parabola della vita
LA SORPRESA
Nella borsa a volte
aiuti inaspettati.
Quando i miei figli erano piccoli,
mi capitava spesso
di trovare nella borsa del lavoro
qualche sorpresa:
macchinine, giochi, caramelle...
Di: Ferdinando Garetto
Quando i miei figli erano piccoli, mi capitava spesso di trovare nella borsa del lavoro qualche sorpresa: macchinine, giochi, caramelle...
Molte volte questa loro “attenzione” si rivelava una risorsa preziosa: quando si entra in una casa dove ci sono malati gravi, può capitare di incontrare bambini piccoli, talvolta involontariamente un po’ trascurati “non disturbare il dottore... zitto che il nonno sta male... vai di là a giocare...che il papà...o la mamma...”. Ma che cosa di meglio che tirare fuori dalla “borsa magica” una macchinina o una caramella? O una volta persino il fonendoscopio rosso e giallo di plastica della “borsa del medico” (di cui mio figlio era molto orgoglioso, al punto da mettermelo di nascosto tra gli “attrezzi”) per aiutare nella visita!
Un giorno un bambino che sembrava incontenibile è stato seduto sulle mie ginocchia per tutto il tempo di un colloquio molto impegnativo con la famiglia, giocando con grande serietà con il mio timbro (alla fine il foglio era una vera opera d’arte futuristica) ... un’altra volta ho disegnato decine di macchinine che il mio piccolo amico colorava con impegno mentre parlavo con la sua giovane mamma.
Sempre con la precisa percezione del fatto che quei bambini ascoltavano e capivano tutto quello che stava succedendo, e che la loro agitazione di prima era solo l’espressione della paura di essere tenuti all’oscuro di qualcosa che intuivano, che sentivano riguardarli molto direttamente, ma che non osavano chiedere.
Dall’altra parte, gli istanti di gioia di un genitore o di un nonno, per un saluto o un semplice bacio mandato dalla porta della stanza socchiusa. Anche alla fine della vita, nel segno della speranza e del futuro.
Quella “parabola del corpo” in cui ciclicamente il progressivo perdere forze e autonomia (“non mangia più da solo... non si alza più dal letto”) si specchia nella scoperta quotidiana di nuove conquiste (“tiene il cucchiaio in mano... ha fatto i primi passi...”), come in una perenne staffetta di vita tra le generazioni.
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