La giornata mondiale della poliomielite
LA RICORRENZA
Ricordando,
per ricordare che...
sapere e non sapere
spesso fa enorme differenza.
Da: Il mio giornale
Evidenza Salute - 23 Ottobre 2021 - Francesca Lippi
Di: Ernesto Bodini
Il 24 Ottobre di ogni anno ricorre la Giornata Mondiale della Poliomielite. Una patologia infettiva di origine virale che può essere causata da molteplici enterovirus. Inoltre l’eliminazione del virus della poliomielite (o paralisi infantile) per via fecale e la sua penetrazione per via orale, fanno classificare questa malattia fra quelle che si trasmettono per mezzo dell’acqua, di alimenti inquinati o attraverso gli insetti. La poliomielite è quindi una malattia acquisita, in quanto il soggetto può esserne affetto dopo la nascita.
In Italia, soprattutto nei primi anni endemici, oltre il 20% dei casi colpiti riguardava il secondo semestre di vita e oltre il 70% dei soggetti non superava i due anni di età. È grazie al senatore Giacomo Mancini (1916-2002, nella foto), a cui nel 1963 fu affidato il Ministero della Sanità, che la situazione vaccinale antipolio ebbe una reale e definitiva svolta: convocò tutti i medici provinciali d’Italia nella sede del Consiglio Superiore di Sanità. In tale occasione disse chiaro e tondo che all’indomani mattina si sarebbe cominciata la vaccinazione.
Una settimana dopo cominciò la vaccinazione Sabin: due gocce sullo zuccherino. Due anni dopo la polio cominciò a non dare più segni di sé, e oggi, grazie alla realizzazione dei vaccini Sabin e Salk, in quasi tutto il mondo si può parlare di “polio free”. La storia della polio e dei vaccini per combatterla è molto ricca di notizie, eventi e aneddoti ed è un peccato che non venga insegnata alle nuove generazioni di studenti in Medicina e Chirurgia, come pure poco (e male) vengono spiegate le reali origini del Coronavirus (Sars-Cov-2) creando una serie di discordanze e confusioni tali da disorientare non solo la popolazione, ma anche gli stessi addetti ai lavori.
Un tempo i mezzi di informazione erano molto più esigui e le notizie venivano rese note comunque, oggi invece, sono addirittura una pletora curate da esperti e da non esperti soprattutto in materie medico-scientifiche, tanto che i lettori hanno notevoli difficoltà a comprendere e discernere… Ma tornando alla questione poliomielite, che soprattutto in questo periodo merita di essere ricordata quale Giornata Mondiale dedicata, ricordo che nel 2016, l’Ordine dei Medici di Alessandria, schierandosi contro coloro che si opponevano alla comune vaccinazione contro l’influenza, organizzò un incontro pubblico con un nutrito programma dedicato alla “Cultura delle vaccinazioni – I medici si vaccinano contro l’influenza”, al quale fui invitato per tenere una relazione che aveva per titolo “Ricordo del grande scienziato Albert Bruce Sabin”. Ricordo di aver fatto, nella parte conclusiva, una sintesi della mia “esperienza” di poliomielitico, che di seguito ripropongo.
«Relativamente alla mia esperienza di poliomielitico “sul vaccino antipolio”, credo di non aver molto da dire… Sono nato nel 1951 in una zona rurale della bassa bresciana e nel 1952 (a 14 mesi) ho contratto il virus della poliomielite che mi ha indebolito un arto inferiore, probabilmente a causa delle mie basse difese immunitarie in quanto reduce da una broncopolmonite. All’età di 7 anni, sino ai 15, sono stato allievo (ad internato) dei collegi della Fondazione “Pro Juventute” Don Carlo Gnocchi per il mio recupero fisiokinesi terapico (quale motuleso, come si veniva definiti allora noi poliomielitici) dopo aver subito tre interventi correttivi di chirurgia ortopedica: a 6 anni il primo, all’ospedale Maria Adelaide di Torino, a 12 anni il secondo e a 15 anni il terzo nel Centro di Chirurgia ortopedica don C. Gnocchi di Parma. Va da sé che medici ortopedici, chirurghi ortopedici e fisioterapisti hanno contribuito sensibilmente al fine di ristabilire al meglio la mia deambulazione.
Dalla Medicina Legale mi è stata riconosciuta una invalidità permanente non riducibile del 45%. Dopo il collegio gli studi e con non poca fatica un impiego, il giornalismo, una famiglia, e molti interessi per le problematiche sociali (handicap e burocrazia), per l’Arte, la Letteratura e la Scienza medica, tanto da descriverne l’attività vivendola… Oggi, continuo a divulgare come freelance cercando di essere utile alla società e recuperare il tempo perduto… “disturbato” dagli anni del collegio e della sofferenza, ma senza rancore per alcuno, perché come sosteneva Friedrich Nietzsche (1944-1900): le prove a cui sopravviviamo ci rendono più forti; ovvero, ciò che non uccide ci fortifica».
Questa breve rievocazione vuole essere un contributo per valorizzare esperienze storiche dalle quali trarre insegnamento, anche in questa epoca pandemica, con l’invito a credere nel lavoro di chi fa ricerca e clinica sfrondando tutto ciò che viene enfatizzato all’eccesso sia da parte degli addetti ai lavori che da parte (soprattutto) dei politici, governanti e non.
Per quanto riguarda i mass media, è bene che chi si dedica ad informare su questi argomenti divulghino ciò che sanno con certezza, tralasciando nel contempo ciò che può essere “indotto” dalla specifica linea politica editoriale.
Infine, si faccia tesoro di questa Giornata, affinché la Sars-Cov-2 possa concludersi felicemente come si è conclusa la poliomielite, e altre malattie infettive scomparse, contenute o prevenibili con la relativa profilassi.