IL DRAMMA
Riflessioni
su un fenomeno in ascesa,
preoccupante
e mai abbastanza approfondito
negli aspetti fisiologici
sia femminili che maschili
come in quelli educativi e culturali.
Di: Ernesto Bodini
Non c’è dubbio, anzi è inconfutabile: il problema è molto serio, anzi serissimo.
La nostra società, non solo quella italiana, sta evolvendo sempre di più al peggio, sommando ogni giorno delitti contro la persona e in particolare togliendo la vita a donne che, apparentemente, o meno, non hanno colpa.
Si tratta del cosiddetto fenomeno dei “femminicidi”, una piaga che sta dilagando e che non si riesce a rimarginare, e non sono solo i numeri a parlare ma anche le modalità e i diversi contesti sociali. A questo punto mi chiedo: quanto può servire dedicare una Giornata (25 Novembre, voluto dall’Onu sin dal 1996) contro la violenza sulle donne?
È certamente un’attenzione e un riguardo sia per la delicatezza del fenomeno che per la sensibilizzazione dell’opinione pubblica nel suo insieme, ma in particolare le Istituzioni preposte a tutelare l’incolumità dei cittadini.
Ma si fa davvero abbastanza? Stando all’escalation del numero dei casi sembra proprio di no. Ma quali sono le figure preposte? E soprattutto si sono analizzate sino in fondo le possibili cause che portano “certi uomini” a togliere la vita alla propria moglie, compagna, convivente, amica o a una più stretta componente famigliare? Spesso si cita il termine dignità, termine sempre più alla ribalta, una sorta di invocazione che di fatto si perde nel vuoto, come se tale concetto che fa parte della Persona fosse un “optional”, ed è così che violando la dignità dell’Essere esso si priva della sua stessa esistenza.
Ma chi sono questi soggetti al di là del grado di parentela o presunta tale, che si arrogano il diritto di uccidere (spesso con efferatezza) senza alcun freno inibitore, sopprimendosi poi a volte per chissà quale ragione razionale o meno? Chiarisco che non ho alcuna specialità tecnico-scientifica o accademica in merito, ma come osservatore costante degli eventi sociali e quindi quale opinionista e divulgatore degli stessi, mi permetto di fare qualche “pseudo analisi e osservazione”.
Partendo dal fatto che questi omicidi contro la donna sono compiuti quasi sempre, se non unicamente dall’uomo, alla base degli stessi c’è prevalentemente il sesso e le ovvie differenze tra donna e uomo, proprio per questa ragione non credo che si sia presa in considerazione, ad esempio, la fisiologia sia femminile che maschile. Per quanto questo aspetto sia particolarmente delicato, mi permetto di evidenziare che mentre per la donna generalmente l’orgasmo in un rapporto ha generalmente una maggiore durata e un eventuale susseguirsi…, per l’uomo il rapporto risulta molto più breve e solitamente con una ben ritardata ripresa…, una differenza che forse apparentemente per alcuni dice poco o nulla, ma che a mio parere non è priva di importanza. Ecco che allora l’uomo si sente a volte per certi versi inferiore, ma allo stesso tempo crede ancora nella sua superiorità perché favorisce la donna nella legittima soddisfazione di concretizzare la procreazione, un dono prevalentemente suo, di cui decide di avvalersi solo se vuole. Una specie di affronto per l’uomo che per antonomasia ancora oggi, in molti casi, si reputa padrone assoluto della specie.
A riprova di ciò, nel 1968 venne abrogato il Reato di Adulterio, nel 1970 introdotto il Divorzio e nel 1978 regolamentato l’Aborto, il 5 agosto 1981 con la legge 442, vennero abrogate le disposizioni sul “Delitto d’Onore”, tutti provvedimenti che hanno di fatto reso la parità dei diritti, ma in parte sono stati uno “schiaffo” per l’uomo il quale ritiene sia venuto meno il senso del “suo” potere e del suo possesso, si aggiunga la carenza culturale e l’eccessiva libertà di agire in ogni luogo e circostanza, come pure la scarsa repressione degli eventi per non parlare della non certezza della pena per gli autori dei delitti (che solo ora tanto si invoca, mentre chi scrive la reclama da molto tempo) che di fatto non sono più nemmeno un deterrente… Un tempo c’era chi sosteneva l’utilità della castrazione chimica dell’uomo, ma poi non se ne è più parlato e ciò ben venga perché a mio avviso non è certo la soluzione.