"Le Parole che Curano" - Il limite...di un'orizzonte senza limiti
LA RUBRICA
Limiti e Orizzonti
solo all'apparenza parole
dagli opposti significati
in realtà entrambe
ad esprimere e determinare
confini precisi.
A cura di: Davide Deangelis
Chiunque abbia dei figli piccoli o apprezzi i cartoni animati della Walt Disney, non può non aver visto il cortometraggio classico “Lilli e il Vagabondo” senza ricordare una delle scene più note del film: quando Biagio, il cane meticcio e randagio, smaliziato e giramondo, innamorato di Lilli, una tenera e curata Cocker Spaniel, appena salvata da alcuni gravi pericoli, guardando l'orizzonte, domanda alla cagnolina che cosa vorrebbe dal loro futuro insieme. Una calda ed accogliente casa, con regole, imposizioni, divieti e padroni -amorevoli ed accudienti, ma comunque padroni- o il brivido della libertà, il suadente e vertiginoso richiamo della foresta, dello sconfinato e indefinito imprevisto, dell'indeterminato domani, l'assoluto fascino della privazione del limite. Rispetto normativo o autodeterminazione, dipendenza o indipendenza? Osservare regole date da altri (eteronomia) o ottemperare solo alle proprie (autonomia) se ve ne sono? Fare ciò che si deve o ciò che piace?
Questo irrisolto dilemma richiama da sempre l'attenzione di ogni uomo, nel momento in cui diventa consapevole delle proprie azioni, si inserisce in un tessuto sociale e assume il titolo di agente morale. In quel libro complesso e profetico, che è Il disagio della civiltà, Freud mette a confronto due concetti antitetici, ugualmente pervasivi: il principio di sicurezza, sociale e psichica, e quello di piacere, nel suo senso più ampio di libidine e libertà sfrenate ed incondizionate, fornendo le coordinate verso un sano equilibrio psichico dell'individuo attratto da queste due polarità. Ma molti sono gli autori, di varia estrazione culturale e provenienti da diverse discipline, che si sono misurati con tale tema, perché scossi dal fremito etico su come sia giusto comportarsi e che cosa sia più utile o conveniente. Ed in tale problematica prospettiva hanno provato a leggere la storia e le opere dell'uomo: Nietzsche con la sua formulazione dei concetti di apollineo e dionisiaco; Deleuze con la teorizzazione della diade ration e deration; la sociologia di Durckeim, percorsa dall'analisi della struttura sociale e l'anomia; e tutte le teorie filosofico-sociali classiche che hanno contrapposto ordine a disordine, cosmo a caos, organizzazione sociale ad anarchia, civilizzazione a barbarie, governo a stato di natura, legami sociali ad indipendenza, essere a divenire, atto a potenza, finito ad infinito, determinato ad indeterminato, ciclicità a linearità. In altre parole, tra il concetto di limite, confine, soglia, contenimento e illimitatezza, assoluto, sconfinatezza e interminabilità.
Estendendone il senso ad altri ambiti e sviluppandone le potenzialità semantiche potremmo addirittura citare la continua dialettica che esiste tra legge e privilegio, tra società ed individuo, relazione e solitudine, o risalire alla dicotomia epistemologica tra fisica e metafisica e quindi immanenza e trascendenza, scorgendo le correlate antinomie tra misurabile e non misurabile, reale e surreale, tecnoscienza e arte.Per ovvie ragioni, non è questa la sede idonea per affrontare un approfondimento di tale categorie di pensiero, che tuttavia rappresentano l'idea stessa di modernità e hanno agitato le relative trasformazioni sociopolitiche connesse alle problematizzazioni sollecitate dai principali esponenti del pensiero occidentale. Perché è proprio in Occidente che emerge il concetto di modernità e il suo sofferto rapporto con l'idea di limite, che pesa ancora sull'immaginario dell'uomo contemporaneo giacché ha dischiuso le porte alla postmodernità con questa irrisolta questione. Anzi, potremmo dire che l'indagine, l'analisi, la riflessione, il rispetto ed infine la gestione del concetto del limite rappresentano la cifra costitutiva del pensiero occidentale, soprattutto nelle sue afferenze, sintonie, rapporti ed assonanze con quello di potenza e potere, compresi il suo abuso, che prende nome di prevaricazione, e la sua correzione che è il diritto. Se Occidente ed Oriente, nell'attuale contesto globalizzato, perdono della loro distinguibilità e comparabilità a causa della conclamata crisi identitaria, innescata dalla mondializzazione, lo sguardo al sole che sorge o tramonta all'orizzonte conserva un significato ancora profondo, carico di echi e sensazioni opposte: speranza e malinconia, azione e contemplazione, veglia e sonno, vita e morte.