IL QUADRETTO
Di: Gianni Romeo
Il più bel Natale
- la vigilia, in realtà -
che ricordo
è di quando avevo 12 anni:
con mio zio sono andato a vedere
"Il Giorno più lungo” e la sera,
durante la cena,
si è messo nevicare.
<Ci siamo avviati verso un Black Christmas: comprare, comprare soprattutto aggeggi tecnologici o bustine dentro cui c’è una schedina o una password per un abbonamento supplementare alla pay-tv, a netflix, eccetera. Il più bel Natale - la vigilia, in realtà - che ricordo è di quando avevo 12 anni: con mio zio sono andato a vedere "Il Giorno più lungo” e la sera durante la cena si è messo nevicare. Non ha telefonato nessuno perché la famiglia era riunita e nessuno si è sognato di accendere la tv monocanale>.
Chi mi scrive (via mail, anche Giorgio si è piegato a quel minimo di strumentazione necessaria per evitare l’isolamento) è l’amico di sempre, con lui ho condiviso un lungo percorso professionale, lo scambio frequente di idee, consigli. Quello riportato è, a modo suo, l’augurio di Buon Natale con un sottinteso abbastanza esplicito: Buon Natale perché?
Beata la generazione degli <anta> che sa ancora nutrirsi di ricordi stampati negli occhi e nella memoria senza immalinconirsi troppo.
Mio cugino Renato, ad esempio: <Il presepio era il massimo, ci lavoravo per due mesi la sera, dovevo muovere i Re Magi, far scendere la cometa, trovare il muschio da piazzare sui bordi del ruscello (un inciso, Renato è ingegnere), cercando di sfuggire lo sguardo divertito e perplesso di Luisa, perché avevo occupato metà della sala da pranzo>. Oggi con il presepio è finita, raccontava una storia troppo lunga per chi vive di social.
Un albero basta e avanza, pazienza se odora di plastica e non è nemmeno parente di un piccolo abete. Per fortuna Laura, cinquantenne, mi apre una finestra di ottimismo: <Natale per me era tutto, avevo trent’anni quando in quei giorni pieni di sentimento avevo conosciuto un giovane, mi aveva giurato amore eterno ma i tempi dell’eternità per lui erano molto personali, mi ha lasciato presto.
Da allora nemmeno più un alberello in casa, ma mi sono inserita nel volontariato e ho scoperto un mondo fantastico, lì c’è davvero la festa, basta un regalino da niente per trovare sorrisi e lacrime di gioia>.
Però… Il Natale moderno crea problemi non indifferenti, pensate al povero Eugenio, un avvocato importante che riceve molto: < Ma oggi è più difficile riciclare i regali, sono tessere nominali e diavolerie assortite, come puoi darle alla badante di mia mamma o alla portinaia? Metterli in cantina? Fra un mese sono superati>.
Penso a mia nipote Tea, 18 mesi, malgrado le raccomandazioni di non esagerare si troverà a spacchettare libri adatti fra tre anni e/o balocchi incomprensibili, che idea si farà di noi?
Povero Babbo Natale, sospetto che cominci a pensare quanto gli manca per arrivare alla pensione.