Progressi nel trattamento del GIST in fase metastatica
L'ECCEZIONE
GIST ha rappresentato
e rappresenta ancora oggi
una straordinaria eccezione
nei Tumori Rari.
L’interesse è però andato spegnendosi
e negli ultimi anni gli studi sostenuti
dall’industria o dalle istituzioni,
la collaborazione internazionale
e gli eventi scientifici
si sono ridotti nel tempo.
Di: Alessandro Comandone - Tiziana Comandone - Antonella Boglione
Sono trascorsi più di 20 anni da quando Joensuu e Coll pubblicarono il primo caso di GIST plurimetastatico e pluritrattato di una donna finlandese curato positivamente con Imatinib 400mg/die.
Questa pubblicazione fondamentale produsse numerosissimi studi in questa patologia, sia in fase di terapia adiuvante che in malattia avanzata.
GIST ha rappresentato e rappresenta ancora oggi una straordinaria eccezione nei tumori rari per i seguenti motivi:
- Ha a disposizione numerose e provate linee di terapia;
- Ha fatto produrre studi randomizzati, evento non frequente nei tumori rari;
- Ha indotto una importante collaborazione internazionale tra gruppi di scienziati e di clinici;
- Ha aperto le porte alle così dette terapie a bersaglio molecolare che in tempi successivi hanno dato origine a studi e risultati molto positivi anche in alcuni dei tumori più frequenti (Carcinoma del polmone non microcitoma, Carcinoma della mammella, Carcinoma del colon per alcune situazioni specifiche).
L’interesse verso il GIST è però andato spegnendosi e negli ultimi anni gli studi sostenuti dall’industria o dalle istituzioni accademiche, sia la collaborazione internazionale o gli eventi scientifici si sono ridotti nel tempo.
Per questo motivo pubblichiamo il presente articolo per cercare di stimolare un nuovo interesse su questa patologia.
Per le forme operate radicalmente ma ad alto rischio il trattamento adiuvante ormai consolidato è con IMATINIB 400mg /die per 3 anni.
Lo studio PERSIST che ha cercato di portare la durata a 5 anni è fallito per la tossicità indotta e il conseguente abbandono della terapia da parte della maggioranza dei pazienti (ASG/SS6 study)
La ricerca ha invece portato a nuovi risultati nelle forme avanzate e metastatiche che cerchiamo di riassumere in questo lavoro.
GIST (Gastrointestinal Stromae Tumor) è la forma più comune di tumore mesenchimale del tratto gastroenterico con circa 1500 nuovi casi /anno in Italia (numeri del cancro 2022).
Il maggior numero di casi di GIST è mutato nel gene Kit o nel gene PDGFRA. Una percentuale molto minore di GIST manifesta invece l’attivazione del gene NF1 e del gene che codifica la succitata deidrogenasi. (SDH)
GIST si manifesta soprattutto nella decade di vita 60 e 70 anni. Le forme sindromiche invece si concentrano nelle età infantili (triade di Carney o Sindrome di Carney Stratakis).
La diagnosi di GIST continua ad essere in primo luogo morfologica, poi confermata da test immunoistochimici (Kit, PDGFR, CD34, DOG 1) e in terzo luogo biologico molecolare con la ricerca delle mutazioni caratterizzanti la malattia (ricerca degli esoni mutati) così dette driving.