Un grazie lungo 21 anni... cambio la strada, non il traguardo
IL MIO SALUTO
Di: Alessandro Comandone
È successo:
dal primo Settembre 2019
non presto più
la mia opera
presso la SC di Oncologia
dell’Ospedale
Humanitas Gradenigo,
sono passato a dirigere la SC di Oncologia del San Giovanni Bosco e degli ospedali dell’ASL Città di Torino collegati (Maria Vittoria, Martini e Valdese).
Sono passati 21 anni da quando, giovane medico di 41 anni accettai una sfida che sembrava impossibile: insieme ad altri Colleghi e Colleghe giovani e giovanissime aprire un Reparto di Oncologia nel cuore della città, all’Ospedale “della suore” o “delle tonsille” come era chiamato allora il Gradenigo.
Lentamente con il supporto delle direzioni e di grandi clinici di altre specialità che già lavoravano qui, ma soprattutto con il lavoro grandioso e silenzioso di medici, infermieri, farmacisti, amministrativi e psiconcologi l’utopia si è realizzata ed è diventata la realtà che tutti noi conosciamo.
Il gruppo di oncologi ragazzini è diventata una solida équipe di medici motivati e preparati che ha saputo vincere le difficoltà che frequentemente si sono presentate sul loro cammino, acquisendo la fiducia di migliaia di pazienti e delle loro famiglie fino a diventare stabilmente la 3a - 4a oncologia della Regione per numero di prestazioni quotidiane.
Lavoro serio, con pochi fronzoli, umiltà, rigore scientifico e clinico, ma soprattutto un tocco di umanità nel rapporto con le Persone Malate, sono state le armi utilizzate per farci amare dai pazienti e rispettare dai colleghi.
I ventuno anni trascorsi non lasciano solo ricordi di quanto si è costruito, ma pongono le basi per la continuazione del lavoro con lo stesso spirito, la stessa volontà e alacrità di lavoro come noi in Piemonte sappiamo fare.
Vorrei continuare a scrivere e passare in rassegna alcuni momenti più belli o toccanti di questi 21 anni, ma temo che scenderei nel patetico, cosa che non voglio assolutamente fare.
Concludo dunque ringraziando molte persone: le Direzioni che ci hanno sempre sostenuto anche nei momenti di grossa crisi dell’Istituzione; I Colleghi degli altri Servizi dell’Ospedale che ci hanno sempre aiutato; gli Oncologi che lavorano o hanno lavorato con grande spirito di sacrificio e di dedizione, ma soprattutto con tanta professionalità e sensibilità; gli Infermieri, guidati da eccezionali coordinatrici (le c.d. Caposala) che hanno svolto un lavoro fantastico ed instancabile in Day Hospital e in Reparto, mettendo sempre la centralità del Paziente come scopo fondamentale della loro missione; i Farmacisti che, lontani dalla folla del Reparto o del Day Hospital hanno vegliato sulla preparazione e somministrazione dei farmaci, prevenendo errori che potevano essere molto gravi; gli Amministrativi che subissati dalle montagne di richieste dei medici e delle persone in cura hanno sempre saputo risolvere i problemi con un sorriso, trovando una soluzione a tutto; la Psicoconcologa che è intervenuta nei momenti di crisi personale durante la lotta contro la malattia sempre a titolo gratuito sostenuta dalla nostra ONLUS GITR; le Assistenti Sociali che hanno declinato in termini pratici l’aiuto a chi necessitava di un supporto a casa o in struttura protetta.
Ed infine i Volontari che si sono coagulati intorno all’AVO per prestare aiuto ai Malati ricoverati nelle piccole ma fondamentali azioni di tutti i giorni e i Volontari del Gruppo Italiano Tumori Rari (GITR) che hanno garantito, grazie alle vostre generose offerte, la continuità delle prestazioni nella ricerca clinica, nella formazione di giovani medici e infermieri, nell’informazione per mezzo del portale scientifico, nella prestazione continuativa e a titolo gratuito della Psicooncologa e delle Data Manager, vere artefici della concretizzazione della ricerca.
Ma soprattutto il nostro grazie più grande va a Voi Malati e Famigliari che avete creduto in noi, che avete condiviso con noi le vostre gioie, le vostre speranze, i vostri dolori.
Con la vostra tenacia ci avete insegnato a non mollare mai, anche nei momenti più bui. Con la vostra paziente attesa per le cure o per le visite ci avete insegnato il rispetto e la comprensione per il lavoro altrui.
Abbiamo combattuto insieme. Abbiamo vinto. Abbiamo perso. Abbiamo trascorso molto tempo insieme in quella misteriosa avventura che è la vita. Ci siamo conosciuti. Ci siamo stimati anche quando i pareri potevano essere diversi o quando la delusione per una terapia con risultato insoddisfacente poteva far sorgere delle domande amare. Ci siamo rispettati, che è un sentimento ormai raro nella vita quotidiana.
Nel momento del mio saluto non dimentichiamo quanto abbiamo costruito tutti insieme. Continuiamo a credere nei valori che ci hanno reso non solo Medici, Infermieri e Pazienti, ma soprattutto amici e compagni di viaggio. Un viaggio spesso scomodo, in posti stretti e molto faticoso, ma che ha permesso di conoscere di noi la parte più vera e profonda.
Il seme gettato 21 anni fa ha dato molti frutti e, sono certo, ne darà ancora.
Un abbraccio
Alessandro Comandone