Le emergenze oncologiche
IL PERCORSO
Dagli interventi chirurgici
alle sedute di chemio
e radio terapia...
Ammalarsi di tumore
non prevede di percorrere
un unico ed obbligato sentiero,
ci sono fermate, soste, deviazioni,
ripartenze, arresti
e persino scorciatoie.
Di: Davide Deangelis
Quando si pensa allo specifico patologico dell’oncologia medica solitamente sovvengono immagini stereotipate di pazienti cronici, che lottano con il dolore nel loro lungo viatico verso l’exitus, dopo aver subito una lunga sequela di inefficaci interventi chirurgici ed essersi sottoposti ad estenuanti sedute di chemio e radio terapie. La parentesi del momento della diagnosi, avvenuta occasionalmente in ambulatorio o contestuale ad uno screening di prevenzione primaria, cosi come le terapie affrontate in day hospital rappresentano aspetti quasi di second’ordine rispetto alla produzione fantasmatica riconducibile alla malattia oncologica. In realtà non si offre giustizia a tutti i pazienti, umanamente coinvolti in un percorso di cura ampio e variegato, né a quanti intervengono e concorrono alla realizzazione dello stesso, pur provenendo da specialità differenti. Ammalarsi di tumore non prevede di percorrere un unico ed obbligatorio sentiero. Esistono fermate, soste, deviazioni, ripartenze, arresti e persino scorciatoie. Le emergenze e le urgenze cliniche, connesse alla patologia od alle terapie, rappresentano le vie più impervie e pericolose di un percorso -già per sua natura accidentato- ma non per questo senza via d’uscita. Oltre al dolore da cancro, che rimane comunque una costante, soprattutto quando interessa determinati e noti distretti (plesso celiaco, strutture ossee…) il pronto soccorso, il 118, la guardia medica e l’ospedale conoscono diverse situazioni particolarmente gravi che affliggono il paziente oncologico e che meritano di essere affrontate e gestite con la stessa tempestività e competenza che viene rivolta alle protocollate complicanze cardiovascolari. In effetti, solo recentemente l’ESMO ed altre associazioni di oncologia hanno dedicato giusta attenzione scientifica a questi quadri di malattia spesso sottovalutati e demandati agli specialisti di medicina d’urgenza, talvolta non adeguatamente preparati per studi, impostazione mentale ed expertise.
L’incremento dei lunghi-sopravviventi affetti da malattia tumorale, deve indurre ad una considerazione di tali problematiche cliniche. Oltre alle cause correlate alla terapia come la neutropenia, ossia alla netta riduzione di quella famiglia di globuli bianchi definiti neutrofili, e le collateralità proprie dei farmaci inoculati o assunti oralmente, che possono essere cutanee, neurologiche, cardiologiche e metaboliche, ve ne sono altre conseguenti alla regione anatomica interessata dalla malattia ed alle specificità patologiche dei diversi istotipi tumorali, così come altre legate ai presidi ed ai device utilizzati per la somministrazione della terapia endovenosa e per il prelievo ematico. Il manuale dell’ESMO menziona nove categorie, o aree, interessate dall’emergenza; alcune di queste sono molto comuni e trattate in modo non perfettamente omogeneo dai diversi servizi in cui il paziente viene assistito. Per tale ragione oltre ad un PDTA per il trattamento di base della malattia oncologica, ne occorrerebbe un altro deputato a queste indesiderate eventualità.
CONTINUA...