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I Quadretti - Il pensiero... di Fulvia

Donna scrive

 
 
IL QUADRETTO
 
Di: Gianni Romeo
  
Mi è giunto
un pensiero scritto
di mia figlia,
che voleva la mia opinione
prima di inviarlo alla mamma,
lo leggiamo insieme…
 
 

Ferri

La Festa del Papà è passata da un pezzo, ma ora c’è un papà che vuole fare un regalino a sua figlia.
Mi stavo accingendo a scrivere la mia personale riflessione per la Prima Pagina, puntuale ormai da tre anni, quando mi è giunto un pensiero da Fulvia che voleva la mia opinione prima di inviarlo alla mamma. Cioè, la destinataria era Mirta, la mia sposa da sempre, a fine ottobre saranno 56 evviva. Ho letto la riflessione, ho pensato che la mia figliola meritasse una platea meno intima. Così, ottenuto il consenso dal direttore Alessandro Comandone, le ho ceduto il mio spazio.
Ecco Fulvia.
<Li usavo come spade, come lunghe biro appuntite con cui scrivere il mio nome nell’aria, oppure li disponevo con cura sul pavimento della mia cameretta e li dividevo per larghezza e colore.
Ce n’erano di metallo cromato, azzurri, gialli, oppure di legno spessi, i miei preferiti erano quelli ciccioni e grigi. Erano i ferri di mia mamma perMaglia lavorare a maglia, lei me la ricordo così, seduta sulla sedia, la televisione accesa e lei intenta a far danzare i suoi ferri con un ritmo che diventava quello delle mie giornate. Il suono di lei.
Sottile e ritmato, un suono che non disturbava l’aria ma entrava nel paesaggio della casa come un orologio di cui non ti accorgi più ma che segna sempre l’ora esatta.
Era il suo unico hobby, la sua passione. Quando non era impegnata nei lavori di casa lei faceva la maglia.
Tirava fuori l’agenda spessa della coca cola e sopra ci scriveva dei numeri che ogni tanto cancellava.
Maglioncini ColoratiSferruzzava e scriveva e come per incanto ne usciva un maglione, una gonna, una sciarpa. 
Cose calde che ci regalava. 
Non era una donna affettuosa mia mamma, non si sperticava in smancerie o bacetti, ma ora so che in ogni punto intrecciato della lana c’erano tutte le carezze che non mi sapeva dare, e i baci.
Gli abbracci mancati e istantanei che vedevo fare alle altre bambine lei se li inventava e li prolungava nei maglioni che mi avrebbero tenuto al caldo tutto l’inverno.
 
Quando è nata mia figlia lei non l’ha mai presa in braccio, ma si è chiusa in cucina, ha estratto la sua agenda nuova e ne è uscita dopo unaAbbraccio Nonna settimana con cinque piccoli maglioncini colorati. <Cosa sono?> Mi ha chiesto Tea quando ha iniziato sorprendentemente presto a parlare.
<Sono gli abbracci della Nonna>.

 

  

 

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