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Gravidanza dopo una terapia oncologica: problema raro, ma non troppo

Abbraccio

 LA POSSIBILITÀ
  
Che una donna in età fertile
possa manifestare un tumore,
guarire e poi intraprendere
una gravidanza
a distanza di tempo
è un eventosempre meno raro
nello scenario
dell’Oncologia moderna.
 
 
Di: Alessandro Comandone

S.C. ONCOLOGIA ASL CITTÀ DI TORINO

Il motivo del sovrapporsi o concomitare dell’evento malattia con il desiderio di prole è facilmente spiegabile: tralasciando la possibilità di un tumore sviluppato in età infantile e da cui la bambina è guarita, dobbiamo considerare che la manifestazione di un tumore in età giovane adulta (20-39 anni) ha una incidenza annua nella popolazione italiana del 7,8 su 100.000 abitanti (ISTAT 2000) e i numeri annui assoluti di tumori nella popolazione tra 0 e 49 anni è di 16000 casi nei maschi e 30000 nelle donne (AIRTUM-AIOM  I numeri del cancro 2020). Per motivi sociologici ben noti, il fenomeno tenderà ad aumentare nei prossimi anni.

Gli aspetti della correlazione tra tumori e gravidanza sono molteplici:

  1. gravidanza e contemporanea manifestazione di una malattia tumorale
  2. preservazione della fertilità in una donna giovane durante una terapia antitumorale
  3. sterilità post chemio o radioterapia
  4. concepimento a distanza di mesi o anni dalla forma tumorale guarita.
  5. danni al prodotto del concepimento a causa dei farmaci antiblastici e ormonali utilizzati.
  6. possibile azione negativa della gravidanza sulla riaccensione di un tumore ormonosensibile 
  7. secondi tumori causati dalla esposizione a farmaci antitumorali.
  8. gravidanza e sindromi eredo famigliari
PensieroDati epidemiologici
Nella fascia di popolazione tra 0 e 49 anni, AIRTUM 2020 ci dice che i tumori più frequenti nel sesso femminile sono:
mammella (41%) - tiroide (15%) - cute (7%) - colon retto (4%) - cervice uterina (4%).
Rari ma anche rappresentati sono i linfomi, i sarcomi e i tumori disgerminali.
Come si può rilevare tutti i tumori succitati possono permettere un concepimento dopo la cura, anche il carcinoma del collo dell’utero se trattato con conizzazione e non irradiato.
I dati più maturi, sia per il numero di donne incluse che per l’importanza sociale della malattia è il carcinoma della mammella. Secondo i dati AIRTUM nella fascia fertile le donne che in Italia si ammalano di carcinoma della mammella sono 8.860 all’anno.
Nel contempo è incrementata sensibilmente l’età della prima gravidanza che nel 2021 in Italia è salita a 31,2 anni (ISTAT) rendendo possibile il sovrapporsi dei due eventi tumore e gravidanza sia in modo concomitante che sequenziale.
 
Considerando infine gli eccellenti risultati di guarigione da carcinoma della mammella 87,8% a 5 anni per ogni fascia di età e addirittura del 91,4% nella coorte delle donne tra 15 e 44 anni (Cancer Statistics 2020) è evidente che non sia eccezionale che una donna possa avere desiderio di prole anche dopo aver manifestato un carcinoma al seno.
La survey riportata dalle Linee Guida ESMO mette in evidenza come il desiderio di prole sia una dei problemi di maggior peso nelle donne giovani operate al seno (ESMO Guidelines 2021).
Tra le ansie espresse maggiormente da questo gruppo di donne abbiamo il timore di sterilità, l’eccessiva lunghezza della terapia adiuvante che, comeConforto ormonoterapia può arrivare fino a 10 anni dopo l’intervento, il timore di concepire figli malformati a seguito delle terapie, l’alterazione del rapporto di coppia a causa della sterilità, il timore che la gravidanza possa in qualche modo riaccendere la malattia tumorale (Lambertini 2018).
Infatti, come è noto, il 60% dei tumori della mammella manifesta una dipendenza dal microambiente ormonale, c. d. Tumori ormonodipendenti Luminale A e Luminale B) (Linee Guida ESMO 2021).
Quando il problema della concomitanza o della consequenzialità degli eventi carcinoma della mammella / gravidanza si vennero a palesare negli anni 70 del secolo scorso, i casi erano veramente pochi, anche perché erano gli stessi medici a sconsigliare un concepimento. (Cooper 1970, Mignot 1986, Ariel 1989).
In caso di gravidanza non ricercata era consigliata la sua interruzione per non rischiare malformazioni al feto e la vita della madre.
In questi 50 anni l’acquisizione di casistiche via via più numerose, la migliore conoscenza del problema da parte dei clinici e la acquisita consapevolezza della donna sulle proprie scelte di maternità, hanno reso più comune la nascita di un figlio dopo un episodio tumorale, soprattutto di carcinoma della mammella.

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    Nel Rapporto 2015
    di AIRTUM-AIOM
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