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2022 Torino - Intervista all'autrice del Libro: "Normale e Complicato"

Dottoressa S. Ancois

 
 
LA DISCIPLINA
 
La Psicologia relazionale
è una Disciplina
a sostegno dei vissuti
e delle esperienze umane
nel rispetto della individualità
  
Da: Il mio giornale

Evidenza - Notizie - Salute - 17 Maggio 2022 - Ernesto Bodini

 
Intervista di: Ernesto Bodini
 
 
 
Dr.ssa Ancois, come è nata la sua dedizione per la Psicologia?
“Direi quasi per curiosità. Dopo aver frequentato il Liceo Classico si è trattato di scegliere una Facoltà Universitaria. All’inizio non avevo, però, una precisa idea su quale strada intraprendere, quindi ho consultato più volumi in materie umanistiche e quando ho avuto tra le mani quello della Psicologia, ne sono rimasta affascinata, trovando in esso delle risposte tant’é che mi sono iscritta a tale Facoltà superando il test di ammissione, rientrando tra i primi dieci ammessi”
 
Qual è il suo orientamento professionale più specifico che ha perseguito?
“Ho seguito un orientamento di specializzazione definito “Orientamento sistemico-relazionale”, che consiste in un approccio multidisciplinare in quanto la sistemica è un’ottica, ossia un paradigma conoscitivo applicabile, appunto, a numerose discipline. Ad esempio, il Gruppo di Palo Alto (California) era composto di esponenti di aree diverse”
 
Qual è stato il tema della sua Tesi di Laurea universitaria?
“La plasticità cross-modale della corteccia cerebrale, ossia i meccanismi di conversione verso le Neuroscienze, più che di Psicologia. In quel tempo, ossiaAnalisi psiche al mio esordio, seguivo con particolare interesse il noto psicologo e filosofo Giorgio Girard (1930-2021,) e anche in questo caso propendevo per l’interdisciplinarietà. Stavo iniziando una Tesi con lui, che però richiedeva più tempo e, non volendo attendere oltre, ho cercato un altro relatore, il prof. Ferdinando Rossi (1953-2014), che mi invitò ad un convegno sulla plasticità, in seguito al quale il cattedratico si rese disponibile a seguirmi in questo mio percorso”
 
Da oltre tre lustri si occupa dell’influenza che i contesti disfunzionali hanno sulle nostre vite. Cosa significa?
“Due cose: la prima, al contesto di ciò che risulta disfunzionale per una certa persona non può esserlo per un’altra, e mi è chiara la diversa reazione delle persone nei diversi contesti che si manifestano nelle varie patologie come, ad esempio abusi, effetti traumatici eclatanti, etc.; ma in situazioni più “sfumate”, la definizione di patologico è quasi sempre individuale”
 
Secondo la sua esperienza quali sono i problemi che “disturbano” maggiormente la personalità umana?
“L’ambiguità dei significati e questo si traduce in molti linguaggi… Quando si parla di personalità alludiamo ad una “struttura” della personalità che evolve nel tempo, e che nel corso degli anni, la stessa acquisisce una solidità strutturale. Tuttavia, ritengo che più che ambiguità si tratta di non affidabilità dei significati, come ad esempio quello del mondo pubblicitario… a volte patinato e fuorviante, e via via nel tempo i messaggi perdono il loro
significato. E l’ambivalenza vale anche nel rapporto educativo genitori-figli”
 
Lei in questi anni ha lavorato in diverse strutture riabilitative pubbliche e private. Quali esigenze e problematiche sono emerse nel lavoro?
“Il problema maggiore dal mio punto di vista ha riguardato le équipe degli operatori poco unite, ossia poco solidali tra loro dando adito ad una scarsa sinergia. Noi psicologi, quando siamo inseriti in queste strutture riabilitative, generalmente siamo di supporto alle équipe formate da educatori, medici, assistenti sociali, etc. Quasi sempre, secondo la mia esperienza, tali operatori non costituivano una squadra all’interno della comunità, nonostante tali operatori fossero i riferimenti nevralgici e ciò, a fronte del fatto che quasi sempre l’utenza è di gran lunga superiore al numero degli operatori. Quindi, meno squadra meno credibilità. Forse piccole problematiche ma costanti…”
 
In Psicologia dal punto di vista della valutazione terapeutica in pazienti depressi o con disturbi della sfera emozionale, corpo e mente sono un “binomio attendibile”?
“Non credo, perché corpo e mente rappresentano l’individuo e quindi non divisibili. Il corpo parla e la ragione ragiona “artificiosamente” meglio di noi…, come spesso dico ai miei pazienti” Mentre in Medicina, invece, si dice che la mente comanda il corpo.
“Si, ma è anche vero che in certi casi è il corpo che comanda la mente. Ricordo, ad esempio, che lo psicoanalista Silvio A. Merciai disse. “Quando stiamo bene siamo un corpo, quando
stiamo male abbiamo un corpo”. Ma oltre a questo, quando si parla di problematiche psicologiche riscontriamo che è proprio vero che il corpo parla meglio del paziente”
CONTINUA...
 

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