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2014 Torino - Intervista al Dott. Sergio Sandrucci

Intervista al Dott. Sergio Sandrucci
Responsabile della SSD Chirurgia dei Sarcomi e Tumori rari viscerali
alla Città della Salute e della Scienza (Ospedale Molinette) di Torino;
rappresentante per la Società Europea di Chirurgia Oncologica
nell’ambito del Gruppo Rare Cancers Europe (RCE)
Intervista di Ernesto Bodini (Giornalista scientifico - Membro del GITR-GPS)
 
LA SITUAZIONE DEI TUMORI RARI IN ITALIA E IN EUROPA
 
Efficacia e accessibilità ai Centri di riferimento con modesti tempi di attesa.
In gran parte ingiustificati i cosiddetti “viaggi all’estero, o della speranza”.
È comunque importante incrementare la cultura e la consapevolezza
per sostenere al meglio le potenzialità dei trattamenti clinici e chirurgici
a disposizione, attraverso la multidisciplinarietà e le specifiche competenze.
 
Prof. Sandrucci,
qual è la sua visione “filosofica” dei Tumori Rari (T.R.)?
“Quando si parla di T.R. si intende una “categoria” di tumori la cui definizione è legata all’incidenza: 5 casi su 100 mila abitanti ogni anno. Il problema è che i T.R. sono 186, e se si moltiplica questa bassa incidenza per i 186 tipi diversi, risulta che la quantità dei T.R. che si osservano in Europa ogni anno rappresenta il 20-22% della popolazione totale affetta da malattia neoplastica. Quindi, non è un problema relativo al singolo tumore (ed organo colpito) ma di una categoria di tumori che singolarmente incidono poco, generando ricadute negative in termini di esperienza, terapie e di conoscenza. Gli ultimi dati epidemiologici ci dicono che la sopravvivenza dei T.R. rispetto ai tumori più frequenti è mediamente inferiore, non tanto perché la chirurgia sia “meno efficace” quanto per il fatto che per una parte di questi T.R. non vengono offerti trattamenti adeguati”.
 
 

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