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Dall'Ottobre del 2022 GITR è
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Come combattere il cancro, serata di "istruzioni per l'uso" promossa da ISAMARY

Comandone 25
   
LE ISTRUZIONI
  
Diffondere 
la cultura scientifica
e la speranza 
che deriva dai progressi 
della ricerca sul cancro.
Un’iniziativa chiave 
per la sensibilizzazione 
sul territorio della Val di Susa.
 
Serata con il Dottor A. Comandone
e la Professoressa V. Comunanza
 
   
Logo La Valsusa
 
A Condove, in Val di Susa,
un evento di grande rilevanza

La Valsusa Istruzioni

L’associazione Isamary Ricominciare a Volare ha promosso a Condove un evento di grande rilevanza nell’ambito dell’Ottobre Rosa, focalizzato sulla lotta contro il cancro e Logo Isa Maryl’importanza della ricerca traslazionale in oncologia. La serata informativa, intitolata “La ricerca traslazionale in oncologia: un ponte tra scienza e medicina”, ha visto una notevole affluenza di pubblico interessato a comprendere come le scoperte di laboratorio si traducano in cure oncologiche concrete per i pazienti. Esperti di spicco come il Dott. Comandone (oncologo e co-direttore della rete oncologica di Piemonte e Valle d’Aosta) e la Prof.ssa Comunanza (ricercatrice a Candiolo e docente Unito) hanno saputo rendere accessibili al grande pubblico i complessi meccanismi che legano scienza e medicina. L’obiettivo è stato chiaro: diffondere la cultura scientifica e la speranza che deriva dai progressi della ricerca sul cancro, come sottolineato dalla presidente dell'Associazione Natalina Esmeralda De Luca. Un’iniziativa chiave per la sensibilizzazione sul territorio della Valle di Susa. 
 

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Parole "controcorrente", semplici e globali come la vita.

Corte Costituzionale
  
 
IL MESSAGGIO 
  
“La tua vita per me
è talmente importante
che voglio proteggerla
anche nei momenti
di maggior debolezza”.
  
  
 
Di: Ferdinando Garetto 
   
Fonte:
Logo Citta Nuova
Il messaggio è stato semplice, forte e profondamente umano. Accolto -va detto- con serietà e rispetto anche da chi nella controparte ha visioni diverse. Quattro malati affetti da patologie gravi e irreversibili hanno chiesto di poter intervenire nelle audizioni della Consulta della Corte Costituzionale su una nuova vicenda di suicidio assistito (che ne estenderebbe il diritto anche nei casi non dipendenti da trattamenti artificiali di supporto vitale) presentando un’istanza chiarissima: l’unico diritto da tutelare è il diritto alla vita.
ComodinoLe loro parole, riportate da molti quotidiani dei più diversi orientamenti, chiedono che l’autodeterminazione non sia la legge assoluta. Si aspettano uno Stato che dica “la tua vita per me è talmente importante che voglio proteggerla anche nei momenti di maggior debolezza”. Lo dicono con la forza delle relazioni umane e con la paura di una fragilità viziata dal dolore in cui possano essere “altri” a decidere al posto loro. L’esempio, riportato dagli avvocati che hanno sostenuto al loro causa, è diretto ed esplicito: “È come mettere una pistola carica sul comodino di chi sta male."
 
Loro la pistola non la vogliono. Anzi, la sola idea che gliela si lasci sul comodino – solo sul loro, perché sono malati – suona come offesa alla dignità, a dire “se ci ripensi, premi pure il grilletto, tanto la tua vita è disponibile perché vale meno di quella di tutti gli altri, che della vita non possono disporre (e infatti la pistola a loro mica gliela lasciamo…)”. Un messaggio decisamente controcorrente, ma che dà voce a un bisogno molto più diffuso di quanto non sia all’ordine del giorno dei notiziari e dei media.

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Longevità e Sostenibilità

Lunga vita

 
 
LA PREVISIONE
 
Negli ultimi tempi
trovare qualche buona notizia
nel ‘’mare magnum’’
dell’informazione,
è diventata impresa ardua.
 
 
Di: Luigi Giovannini
 
Negli ultimi tempi trovare qualche buona notizia nel ‘’mare magnum’’ dell’informazione, che quotidianamente ci inonda attraverso tutti i canali-media, che la tecnologia mette a disposizione è diventata impresa ardua. Una di queste scaturisce dalla pubblicazione dei dati Eurostat sugli indicatori di sviluppo e benessere in ambito europeo e si riferisce all’ulteriore miglioramento delle aspettative di vita. Più in dettaglio, sulla base dei dati relativi al 2024, si rileva che in Europa la durata media di vita è salita a 81,7 anni, con una crescita di 0,3 anni rispetto all’anno precedente, cosa che consente di annullare l’impatto negativo determinato dalla pandemia di Covid-19.
La selva oscuraIn questo contesto l’Italia conferma di essere tra le nazioni con popolazione più longeva con un’aspettativa di vita di 84 anni e, a conferma della ‘’solidità‘’ del dato, si rileva anche un aumento dell’aspettativa di vita in buone condizioni di salute dopo i 65 anni. Risultati e traguardi demografici che normalmente tutti noi consideriamo quasi normali, ma che in realtà sono di grande valore se si pensa che poco più di un secolo e mezzo fa l’aspettativa di vita ruotava ancora intorno ai 35/40 anni. E a questo riguardo viene spontaneo pensare a Dante Alighieri, che iniziò a scrivere la Commedia nell’intorno del 1300 all’età di 35 anni con il famoso incipit: ‘’Nel mezzo del cammin di nostra vita.’’. Il sommo poeta pensava in cuor suo di poter raggiungere i 70 anni; traguardo che all’epoca era raggiungibile da pochissime persone, e infatti, per sfortuna sua (e anche nostra) dovette arrendersi alla dura realtà dopo 56 primavere.
Il processo di innalzamento progressivo delle aspettative di vita, come è noto, è un fenomeno relativamente recente nella storia dell’umanità, iniziato con la riduzione della mortalità infantile (ai tempi dell’Unità d’Italia moriva un neonato su quattro entro il primo anno di vita), e sviluppatosi contestualmente con la diminuzione progressiva di quella giovanile e adulta. Oggi traguardiamo la nostra aspettativa di vita a 85 anni con una probabilità superiore al 90% per un nuovo nato di arrivare a 65 anni.

Come dicevamo all’inizio questo è indubbiamente un bel ‘’pacchetto’’ di buone notizie, che si caratterizzano per la loro naturaWelfare Mano prevalentemente ‘’quantitativa’’. Ciò che rende il fenomeno meno roseo è l’aspetto ‘’qualitativo’’ del dato statistico, soprattutto se analizzato in chiave di prospettive future legate alle tendenze demografiche, all’evoluzione del welfare e della sua sostenibilità socio-economica. In sintesi, dopo aver preso atto con soddisfazione del ‘’quanto’’ siamo invecchiati, dobbiamo interrogarci sul ‘’come‘’ stiamo invecchiando e soprattutto sul ‘’come‘’ invecchieremo. E qui finiscono le buone notizie, o perlomeno rischiano di finire se non riusciremo a mettere in campo strumenti e misure adeguate.

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100 anni fa...cosa accadeva in Italia e nel mondo


G.Deledda
 
LA CARTOLINA
 
Di: Augusto Frasca
 
Estraggo a fatica,
al di là dei sommovimenti politici
che scuotono,
dal Giappone alla Cina,
dal Marocco alla Polonia,
dal Portogallo al Nicaragua,
la vita dei Continenti,
da una memoria
che età e distrazioni
rendono lenta,
e soprattutto confusa…
 
 
Secondo letterato italiano dopo Giosuè Carducci, prima donna insignita del premio dopo la svedese Selma Lagerlöf, una signora di cinquantacinque anni nativa diDuse Nuoro, Grazia Deledda, ferma alla quarta elementare ma ferrea autodidatta, vince nel 1926 il premio istituito dal 1901 dal chimico e imprenditore svedese Alfred Nobel, inventore, tra l’altro, della dinamite, ‘per la sua potenza di scrittura, sostenuta da un alto ideale, capace di innalzare a valore universale vicende vissute nella sua isola’.
 
Dieci anni prima, un suo romanzo, Cenere, era stato trasferito in pellicola cinematografica, muta secondo i limiti tecnologici del tempo, per Bottecchial’interpretazione di Eleonora Duse, primo e unico film nella carriera della grande attrice teatrale. In Italia, il Governo istituisce il Tribunale speciale e abolisce le libertà politiche.
 
In Francia, dominatore sulle micidiali strade sterrate del Tour de France nelle edizioni del 1924 e del 1925, ottavo figlio di Francesco e di Elena Torres, friulano di San Martino di Colle Umberto, Ottavio Bottecchia, distrutto dalla fatica, chiude in pratica la sua carriera, piangendo come un bambino ai bordi della strada, ritirandosi durante laDomenica Corriere decima tappa.
 
All’estremo Nord del mondo, in compagnia del norvegese Roald Amundsen, ignaro della tragica avventura che sullo stesso itinerario lo vedrà due anni dopo protagonista, l’italiano Umberto Nobile effettua con il dirigibile Norge la trasvolata del Polo Nord.
 
Il 25 marzo, nella sede londinese della Royal Institution, dinanzi a scienziati e giornalisti, migliorando un primo esperimento effettuato l’anno precedente in privato, John Logie Baird, scozzese, manda in onda la prima trasmissione pubblica televisiva. In Italia, due anni dopo la prima Boncompagni Mariatrasmissione ufficiale dalla stazione romana di San Filippo per voce dell’annunciatrice Maria Luisa Boncompagni, dalle sedi di Roma e di Milano nascono le prime trasmissioni scientifiche e culturali a carattere periodico.
 
Alla fine dell’anno, venti mesi dopo l’allestimento a Centocelle, periferia della Capitale, di una stazione Marconi per trasmissioni di prova, l’Unione Radiofonica Italiana inaugura, a Napoli, la terza stazione nazionale. Il 1926 si verifica un evento che risulterà determinante, fino ai giorni nostri, nella vita e nello sviluppo socialeTarga URI ed economico dell’Ente di Stato radio-televisivo: la firma dell’accordo tra l’Uri e la Sipra, Società Italiana Pubblicità Radiofonica Anonima, per la gestione della pubblicità...          
 
 

 

La persona e l’ambiente: tra contaminazione ambientale e inquinamento psichico

Giardini 1
 
 
LA DOMANDA
 
 
Potrebbe essere
interessante chiedersi
cosa possa succedere
se il giardino
che abbiamo sempre coltivato,
che abbiamo annaffiato con cura
e sul quale abbiamo lavorato,
che raccoglie ricordi e memorie,
improvvisamente diventasse
un luogo poco sicuro.
 
 
Di: G. Francioso, G. Pitti, C. Grimaldi, M. Gonella
 
“So anche,” disse Candido, “che dobbiamo coltivare il nostro orto.” “Avete ragione,” disse Pangloss, “quando l'uomo fu posto nel giardino dell'Eden, ci fu posto ut operaretur eum, perché lo lavorasse; il che dimostra che l'uomo non è nato per il riposo”. “Lavoriamo senza ragionare”, disse Martino, “è l'unico modo per rendere sopportabile la vita.”
Introduzione
Voltaire chiude l’opera di Candido sostenendo che “dobbiamo coltivare il nostro giardino”. A questo proposito, potrebbe essere interessante chiedersi cosa possa succedere se ilVoltaire giardino che abbiamo sempre coltivato, che abbiamo annaffiato con cura e sul quale abbiamo lavorato, che raccoglie ricordi e memorie, improvvisamente diventasse un luogo poco sicuro, in cui l’equilibrio vacilla e la quotidianità viene compromessa? Se l’erba tutt’un tratto seccasse, se la terra ingrigisse, se piovesse polvere.
 
Quest’immagine potrebbe prestarsi nell’evocare con nitidezza alcune delle sensazioni che accompagnano la vita in un Sito Contaminato.
L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) definisce “Sito Contaminato” tutte quelle aree di territorio in cui si evidenzia un’alterazione di suolo, sottosuolo o acque sotterranee, tale da costituire un pericolo per la salute (ISPRA, 2024). In ambito europeo è stata stimata la presenza di circa 342.000 siti contaminati, e solo il 15% di questi è sottoposto a interventi di risanamento ambientale.
 
In Italia, i Siti di Interesse Nazionale (SIN) sono 42. Alcuni tra questi sono la città di Casale Monferrato, Taranto, Biancavilla, Venezia (Porto Marghera). A livello Nazionale, la cartina che disegna i SIN evidenzia come questi siano presenti sull’intero territorio italiano, evidenziando la necessità di prestare attenzione alla salute fisica e psichica degli abitanti di queste città, in cui il confine tra zona sicura e pericolo è estremamente sottile. 

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PREVENZIONE SERENA, lo screening di fiducia

Prevenzione Serena Screening

 
 
 
 
LA QUALITÀ
 
Prevenzione Serena
 
è il programma organizzato
di screening
della Regione Piemonte
per la prevenzione
e la diagnosi precoce
dei tumori della mammella,
della cervice uterina
e del colon-retto.
 
 
 
 
Logo Prevenzione Serena
Logo Regione
Prevenzione Serena offre controlli periodici (test di screening):
• alle donne tra i 45 e i 75 anni per la diagnosi precoce del tumore della mammella;
• alle donne tra i 25 e i 64 anni per la prevenzione del tumore della cervice uterina;
• alle donne e agli uomini tra i 50 e i 69 anni per la prevenzione del tumore del colon-retto.
I test di screening sono gratuiti, efficaci e sicuri.
Oltre ai test, Prevenzione Serena garantisce, sempre gratuitamente, tutti gli esami di approfondimento e gli eventuali interventi terapeutici.
Tutto il percorso dello screening rientra nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).
Lo screening consente di diagnosticare tumori in fase iniziale, quando non ci sono sintomi. In questi casi le cure iniziano tempestivamente, i trattamenti sono meno invasivi e le possibilità di guarigione maggiori.
Per i tumori della cervice uterina e del colon-retto, lo screening ha soprattutto la capacità di rilevare lesioni pre-tumorali, che possono essere trattate a livello ambulatoriale, evitando che si trasformino in cancro.

Pagina Numero Verde Prevenzione Serena
SCEGLI ANCHE TU
L’obiettivo dello screening è identificare precocemente e prevenire i tumori, contribuendo a ridurre in modo significativo la mortalità per cancro della mammella, della cervice uterina e del colon-retto.
Prevenzione Serena promuove il diritto a una SCELTA CONSAPEVOLE per la partecipazione ai programmi di screening.
Questo significa fornire tutte le informazioni necessarie in modo chiaro, accurato e bilanciato.
In questo opuscolo sono riportate tutte le informazioni indispensabili per scegliere in modo consapevole se prendere parte o meno al programma di screening.
 
 

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2025 - Fondazione AIOM - La Vaccinazione nel Paziente Oncologico

Vaccinazione nel paziente oncologico
 
 
 
LA SENSIBILIZZAZIONE
 
Grazie alle nuove terapie
e a maggiori diagnosi precoci,
le prospettive dei pazienti oncologici
sono migliori rispetto al passato.
 
Questo opuscolo vuole fornire
informazioni certificate,
a supporto del paziente oncologico,
e sensibilizzare la popolazione
sull’importanza dei vaccini.
 
 
 
 
 
 
 2023 Logo fondazione Aiom 1
La Fondazione si propone di promuovere
la ricerca clinica sperimentale, la prevenzione primaria e lo screening,
la riabilitazione, le terapie palliative, le cure domiciliari
e di incentivare a tutti i livelli le campagne di educazione alla prevenzione.
 
La vaccinazione nel paziente oncologico
In Italia, nel 2023, sono stimate 395.000 nuove diagnosi di tumore: 208.000 negli uomini e 187.000 nelle donne. Il tumore più frequentemente diagnosticato, nel 2023, è il carcinoma della mammella (55.900 casi), seguito dal colon-retto (50.500), polmone (44.000), prostata (41.100) e vescica (29.700). E, nei prossimi due decenni, il numero assoluto annuo di nuove diagnosi oncologiche nel nostro Paese aumenterà, in media ogni anno, dell’1,3% negli uomini e dello 0,6% nelle donne.
Grazie alle nuove terapie e a maggiori diagnosi precoci, le prospettive dei pazienti sono migliori rispetto al passato.
Tuttavia, le cure possono avere delle controindicazioni, ed è fondamentale riuscire a tutelare la salute e il benessere del malato sia durante che dopo i trattamenti. In quest’ottica rientrano alcune vaccinazioni che sono fortemente raccomandate per i pazienti oncologici e tutti coloro con cui stanno a stretto contatto.
Le immunizzazioni consigliate sono: l’antinfluenzale, l’antipneumococcica, l’anti SARS-CoV-2 e l’anti-Herpes Zoster.
Questo opuscolo vuole fornire informazioni certificate, a supporto del paziente oncologico, e sensibilizzare la popolazione sull’importanza dei vaccini.
 
Per maggiori informazioni visita il portale 
 

Alcol e cancro

 
Salute e Vino
 
LO STUDIO
 
L’alcol
è riconosciuto
come sostanza cancerogena
dagli anni ’50
del secolo scorso,
anche se bere
una quantità giornaliera
moderata di alcol
non sembra essere pericoloso.

 

Di: Alessandro Comandone

      Sc Oncologia ASL città di Torino. Accademia di Medicina Torino

      Tiziana Comandone

     Farmacia Ospedaliera Ospedale Mauriziano Torino

 
RIASSUNTO
 L’alcol è riconosciuto come sostanza cancerogena dagli anni ’50 del secolo scorso. L’azione può essere di cancerogeno diretto non come alcol etilico, ma come metaboliti di primo e secondo livello quali acetaldeide e acetato.
Ma esistono anche azioni indirette mediate dal sinergismo con altri cancerogeni (benzopireni presenti nei cibi, catrami e prodotti della combustione del fumo di sigaretta) che vengono sciolti dall’alcol penetrando nei tessuti bersaglio. Ancora diversa è l’azione legata alla trasformazione del microbiota intestinale da alcol con predisposizione ai tumori del colon o alla iperproduzione di estrogeni ectopici per aumento dell’attività dell’aromatasi, responsabili di tumori della mammella.Alcol danni
L’epidemiologia dei tumori da alcol è dunque molto ampia: coinvolge gli organi digestivi alti (cavità orale, orofaringe, ipofaringe, laringe) l’esofago cervicale e toracico, il fegato (in associazione a epatiti da virus o da aflatossine), il pancreas e la mammella.
La cancerogenicità da alcol è legata al profilo clinico e genetico del paziente, alla dose quotidiana di alcol assunto, dagli anni di assunzione e dalla concentrazione alcolica delle bevande normalmente assunte. Seguendo le indicazioni dell’OMS bere una quantità giornaliera moderata di alcol (125 cc di bevanda è equivalente a 30 g/die) non sembra essere pericoloso. Vanno invece evitati gli eccessi e gli abusi.
 
ABSTRACT
Alcohol is well known cancerogenic agent, not as a direct agent (ethylic alcohol is not carcinogenic) but as a metabolic derivate (acetaldehyde and acetate). Many different actions are recognised: synergism of alcohol with cigarette smoking products as benzopyrene; the interaction with procancerogenic agents in foods as aphlatoxins, increased action of hepatitis viruses, augmented production of estrogens from the aromatase producing tissues. Many cancers are related to alcohol consumption: head and neck cancers, oesophageal tumours, liver and pancreatic carcinomas, breast cancer. Alcohol can determine cancers promotion in reason of the daily dose, the alcohol concentration, the years of drinking. A daily quantity of 30g is accepted by WHO as normal diet introduction in an adulthood without comorbidities.
 
INTRODUZIONE
Dagli anni 1950 è stato riconosciuto un rapporto causale tra consumo di alcol e cancro. Gli organi più predisposti a una trasformazione oncologica dopo consumo eccessivo di alcol sono la cavità orale, il faringe, l’esofago, il fegato, il colon retto e le mammelle. (1,2)
Alcol  FumoPurtroppo, l’importanza dell’alcol come cancerogeno è sottostimata, anche se, sin dal primo storico studio di Doll e Peto (1) l’alcol è stato identificato come uno dei più importanti cancerogeni dopo il fumo di tabacco, le infezioni croniche e il sovrappeso. Dopo le aflatossine, l’alcol è il fattore assunto con l’alimentazione maggiormente responsabile per tumori umani. (3, 4)
In questo nostro articolo cercheremo di spiegare l’eziopatogenesi dei tumori secondari all’uso dell’alcol e descriveremo i tumori più comunemente correlati all’impiego degli alcolici. (1, 2, 3, 4)

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Il ruolo della terapia ossea durante il trattamento con inibitori...

 
Logo Therapeutic Advances
LA RICERCA
 
The role of bone radiotherapy
during immune checkpoint
inhibitors treatment
of non-small-cell lung cancer:
a single-institution
experience
  
Di:
Ivan Facilissimo, Guido Natoli,
Fabio Gaspari, Tiziana Comandone,
Diego Bongiovanni, Paola Gollini,
Claudia Provenza, Alessandro Comandone
 
 
 
ABSTRACT
 
Background: Immune checkpoint inhibitors (ICIs) represent a keystone of cancer treatment, including non-small-cell lung cancer (NSCLC). Unfortunately, the efficacy of ICIs remains poor in patients with bone metastases from NSCLC. Recently, several case reports have suggested the clinical benefit of radiotherapy in advanced NSCLC patients. However, whether this positive effect is applicable during ICI treatment of NSCLC involving bones remains to be established.
Methods: We retrospectively reviewed the records of patients with bone metastases who received ICIs as monotherapy (anti-PD1 or anti-programmed death-ligand 1) as well as in combination with platinum-based-chemotherapy (carboplatin or cisplatin). We next analyzed the presence or the absence of radiotherapy targeting bone metastases (RT) among these patients during immunotherapy.
Results: A total of 40 patients were included in this study; among them, 10 (25%) received palliative RT for symptomatic bone metastases during cancer immunotherapy treatment with ICIs (RT group); the remaining 30 (75%) patients did not receive bone irradiation (Non-RT group). We observed that the RT group had a significantly longer overall survival (OS) than the Non-RT group, with a median survival of 16 months in the RT group versus 3 months in the Non-RT group (log-rank test p < 0.048; hazard ratio (HR) for OS = 0.44; 95% confidence interval (CI): 0.18–1.00). Similar results were observed with respect to progression-free survival (PFS; log-rank test p < 0.016; HR for PFS = 0.34; 95% CI: 0.15–1.00).
Conclusion: Our results suggest that radiotherapy to bone metastases may improve ICIs efficacy in patients with bone metastatic NSCLC.
 
Keywords: abscopal effect, bone metastasis, bystander effect, immune checkpoint inhibitors, immunotherapy, non-small-cell lung cancer, radiotherapy

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"Venghino venghino", tutti a curiosare nel mercato del calcio!!!

Mercato

 
 
Il Mercato è silicone,
è adrenalina.
Combatte la noia.
Disarma le suocere.
Scatena guerricciole da cortile...
 
Di: Roberto Beccantini
 
 
Il mercato è il viagra dei tifosi: inturgidisce i sogni, gonfia il petto delle ambizioni estive sotto gli ombrelloni o sopra le baite. È silicone, è adrenalina. Combatte la noia. Disarma le suocere. Scatena guerricciole da cortile.
Bosman SentenzaEra il 15 dicembre del 1995, quando la sentenza Bosman affrancò i giocatori dalle pastoie della burocrazia: liberi tutti, a fine contratto. Senza se e senza ma. E così la «fine», e non più il fine, giustificò i mezzi.
Cresce, a dismisura, la differenza tra la gente e l’agente, visto il potere che hanno preso i procuratori, stretti o larghi, famigli o famigliari. Una calamità: non tutti, per fortuna. Dall’archivio di «Fair Play», la trasmissione televisiva che conduceva Rino Tommasi, spunta, improvviso, il faccione di Romeo Anconetani, gran mediator dei mediator di Omero, padre-padrone del Pisa all’epoca della Provincia felix. Nostalgia canaglia.
Il mercato. È mobile, i cavilli lo tengono in vita comunque e dovunque, il suo cuore pulsa sempre: e se il suono pare falso, chi se ne frega. Una volta no: una volta il campionato decollava, implacabilmente, a stalle chiuse, con la finestra autunnale unica variabile. Si bivaccava e fornicava all’hotel Gallia di Milano. Un tempio, più che un teatro. Attorno ai suoi corridoi e ai suoi stucchi nascevano e si propagavano saghe.Lanerossi Vicenza Una riguarda Raimondo Lanza di Trabia, presidente del Palermo. Si narra che gli affari più scabrosi li discutesse immerso nella vasca da bagno della camera. Nudo alla meta. Il suo tragico suicidio ispirò «Vecchio frack» a Domenico Modugno.
E le fatidiche-famigerate buste? Nel 1971, il Lanerossi Vicenza valutò la metà di Paride Tumburus non più di 175 lire. Tumburus, stopper di ruolo e, nel 1964, campione d’Italia con il Bologna di Fulvio Bernardini. Sempre il Vicenza, nel 1978, strappò Paolo Rossi alla Juventus con 2 miliardi e 600 milioni (per il 50%). I duellanti erano Giussy Farina e Giampiero Boniperti: cime tempestose.
Nella pancia del terzo millennio, le rose di tutte le squadre di tutto il mondo «appartengono» a sette società: Real Madrid, Paris Saint-Germain (o Saint-Qatar, dallo Stato che lo sovvenziona), Liverpool, Manchester City, Manchester United, Bayern, Newcastle, con i rubinetti d’Arabia a gocciolare fior di quattrini, come i 68 milioni che l'Al-Qadsiah ha girato all’Atalanta per Mateo Retegui, capocannoniere dell’ultimo campionato (25 gol). I 55 che il City degli Emirati ha versato al Milan per il ventisettenne Tijjani Reijnders ci possono stare, ma vogliamo parlare dei 40 con cui il «saudita» Newcastle si è preso - sempre dal Milan - Malick Thiaw, un difensore tedesco nemmeno titolare?

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Prendersi cura, affrontare la trasformazione e l'assenza: l’esperienza del caregiver in oncologia.

Spalla BN
 
IL CAMBIAMENTO
 
“Sento il peso
di dover tenere insieme tutto,
di dover conciliare
la malattia di mio marito
e le questioni lavorative.
Mi sono sempre imposta
nelle decisioni importanti,
mentre mio marito
si è sempre fatto trascinare.
Ora vorrei che qualcuno
potesse prendere le decisioni
al posto mio”.
 
Di: Claudia Lanza, Carola Grimaldi, Serena Villa, Sabrina Scuto,
      Martina Coppola, Giorgia Frunzi, Ludovica Giacalone, Marco Gonella
 
“Cosa cambierà in me diventando caregiver?”
Assistere una persona malata di cancro non è mai un compito leggero. L’assistenza può diventare un’esperienza profondamente stressante, con conseguenze significative sia sul piano psicologico che corporeo. Assumere il ruolo di caregiver, infatti, implica farsi carico di molteplici impegni pratici-assistenziali che possono variare nelle diverse fasi del percorso di cura. Alla diagnosi, il caregiver condivide con il paziente lo shock e l’angoscia iniziali, cercando risposte e informazioni, accompagnando il paziente nella ricerca frenetica di strutture e terapie adeguate, cercando di sostenerlo nell’iter degli approfondimenti diagnostici. Durante il trattamento, il caregiver si trova spesso a dover rivoluzionare la propria vita: può rinunciare al lavoro, ridurre le relazioni sociali e concentrare tutte le energie sull’assistenza (Bolis et al., 2008).
Il caregiver può doversi adattare a cambiamenti nell’interazione con sé e con l’altro e gli può essere richiesto di avere la capacità di comprendere e riflettere su tali stati mentali in trasformazione. Questa capacità, definita “mentalizzazione”, può risultare un fattore protettivo nell’esperienza di caregiving, tuttavia, è possibile che l’impatto di una diagnosi di tumore interferisca con tale capacità, facendo sì che la comunicazione degli stati d’animo venga evitata o distorta, rendendo più complesso per il caregiver pensare in modo flessibile ai propri e agli altrui vissuti.
 
Frequentemente la sofferenza dei pazienti e dei caregiver può manifestarsi attraverso una ridotta possibilità di regolare i propri stati emotivi e fisiologici (Schore, 2022).
Finestra Colori
È possibile che il profondo malessere psicologico conduca all’utilizzo di un funzionamento mentale in cui non si fa uso del linguaggio per esprimere il dolore, ma di espressioni psicosomatiche (Granieri et al., 2018). Le ricerche condotte su caregiver oncologici confermano una reazione fisiologica di attivazione in risposta ad uno stress acuto, già nelle prime fasi della malattia (Teixeira et al., 2019). In questo stato di allerta, può diventare difficile dare voce ai propri stati affettivi che dunque possono essere vissuti sotto forma di sintomi corporei: irritabilità, insonnia, difficoltà di concentrazione, palpitazioni (Granieri et al., 2018). La letteratura sul cancro definisce “traumatica” la condizione del caregiver impegnato nel difficile lavoro di integrazione ed elaborazione di emozioni come paure, ansie, disperazione, sensi di colpa, vergogna e rabbia per una diagnosi terribilmente ingiusta (Guglielmucci et al., 2018). I caregiver, quando incapaci di esprimere a parole gli intensi stati emotivi provati, possono adottare comportamenti di ritiro emotivo e sociale, con il rischio di ammalare la propria rete sociale e isolarsi. Tra le strategie più comunemente utilizzate, infatti, riscontriamo l’evitamento e la negazione di aspetti della realtà troppo dolorosi che talvolta possono condurre ad un ritorno a forme più primitive di funzionamento (Nesci & Squillacioti, 2013) con il tentativo di allontanare dalla mente emozioni connesse alla morte (Bonafede et al., 2020; Granieri & Borgogno, 2014).

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    La Farmacia Oncologica
    e il ruolo del Farmacista
     
    Necessaria una più stretta
    collaborazione
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