Il vergognoso fenomeno del "Nomenclatore degli ausili e delle protesi" - AGGIORNAMENTO
L'ATTESA
Un documento ministeriale
il cui aggiornamento
è fermo al 1999
a discapito
degli erogatori convenzionati
e soprattutto degli invalidi fruitori.
Da: Il mio giornale
Dico la mia - Evidenza - 30 Giugno 2023 - Ernesto Bodini
Di: Ernesto Bodini
La Sanità pubblica si sta rendendo colpevole di un’altra grande inefficienza: il non totale riconoscimento (dal punto di vista economico) per quanto riguarda la fornitura di ausili protesici ed ortesici agli invalidi civili. In realtà è una vecchia storia in quanto ci si riferisce al cosiddetto Nomenclatore Tariffario degli Ausili e delle Protesi emanato dal Ministero della Salute, il cui aggiornamento è fermo al 1999.

Se la situazione tendesse a non risolversi sarebbe utile che tutti i cittadini chiedessero alla propria Regione di visionare i bilanci in materia di Sanità Pubblica, ma purtroppo ho la matematica certezza che ciò non accadrà mai. Ma ancora più disdicevole è che non ci siano associazioni che si pongano a difesa del cittadino per questi diritti negati totalmente o parzialmente, di conseguenza si tratterà di attendere ancora e, nel frattempo, molti rinunceranno alla prestazione oppure chi può userà i propri risparmi come per altre prestazioni sanitarie (visite specialistiche, esami strumentali, etc.).
Il fatto che la nostra salute e la nostra vita sia a “discrezione” della politica è un fatto che va in controtendenza con la nostra Costituzione, e, come recita il secondo paragrafo della stessa, tocca allo Stato rimuovere gli ostacoli che ledono i diritti dei cittadini, e lasciare intatto quel benedetto Nomenclatore è proprio uno degli ostacoli da rimuovere.
Poi ci si lamenta che la popolazione invecchia, che aumentano i malati cronici e gli invalidi, che calano le nascite, ma nessuno ci ha mai informato degli esiti in merito alle migliaia di falsi invalidi
scoperti alcuni anni fa, soprattutto nel sud. Si dice inoltre che mancano i fondi per questo o quel provvedimento, ma chi si è mai permesso di controllare i bilanci dello Stato? E se anche di diritto, di fatto è praticamente impossibile per una serie di ragioni che si possono ben comprendere. Da qui in poi, ogni voce che si eleva si perde nell’oasi di

un deserto, una voce che non prevede nemmeno l’eco e di conseguenza il cittadino inerme resta alla mercé di un sistema di sudditanza, se non anche vessatorio, in attesa di finire i suoi giorni… e solo dopo, forse, quel benedetto Nomenclatore sarà aggiornato probabilmente a favore dei superstiti e delle generazioni future di invalidi civili.
In compenso, però, ogni Asl si fa bella annunciando di tanto in tanto la inaugurazione di una nuova struttura sanitaria con tanto di taglio del nastro; una coreografia che ha della mera teatralità cui seguono applausi e riconoscimenti al politico che ha portato a termine tale iniziativa (al cittadino non interessano queste presentazioni ufficiali, sono sufficienti le normali comunicazioni “di servizio”, mentre interessa l’erogazione delle prestazioni sanitarie del SSN). È dunque questa la Sanità che si vuole? Non direi! I cittadini-pazienti, o potenzialmente tali, hanno bisogno di
una Sanità Pubblica che garantisca loro cure e assistenza in tempo reale… senza lustrini e merletti, come pure la fornitura degli ausili di cui hanno bisogno per restare vivi e attivi nella società. Intanto, la Sanità privata continua ad imporsi facendo affari d’oro, grazie anche all’esodo dei sanitari dalla Sanità pubblica, un fuggi-fuggi che i pazienti meno abbienti non riescono a rincorrere se non pagando in tempi immediati significative parcelle.

In buona sostanza, rispettare le Leggi? Sempre, ma se tutti i cittadini fossero coerenti con quanto lamentano, dovrebbero agire (individualmente) per raccomandata A/R quale esposto-denuncia per mancata assistenza e, in sub-ordine, per omissione in atti di ufficio.
AGGIORNAMENTO
In attesa del DCPM 12/1/2017 in vigore dal "2024"

L'AGGIORNAMENTO
Nel frattempo
chi ha bisogno
di fruire di beni e servizi
può attendere
o affrontare il problema
rivolgendosi ai designati responsabili
non a voce, ma per iscritto.
Da: Il mio giornale
Dico la mia - Evidenza - 22 Luglio 2023 - Ernesto Bodini
Di: Ernesto Bodini
In merito al mio articolo dal titolo “Il vergognoso fenomeno del Nomenclatore Tariffario degli Ausili e delle Protesi” (D.M. 27/8/1999 n.332), del Giugno scorso, rilevo dai siti online l’esistenza
del DPCM del 2017 sui nuovi LEA riguardanti l’assistenza protesica.

Tali LEA avrebbero modificato la classificazione degli ausili prevista dal precedente elenco, ossia quello che non è stato aggiornato dal 1999. Se nel nuovo provvedimento, in divenire, sono stati eliminati alcuni prodotti e magari inclusi di nuovi, al pubblico al momento non è dato sapere quali siano e tanto meno i corrispettivi costi, pare quindi che bisognerà attendere ancora sino al prossimo anno, ma nel frattempo chi sinora ha avuto (ed ha) bisogno del rinnovo di una fornitura ortesica o protesica, si è visto limitare l’autorizzazione in quanto i preventivi presentati dagli erogatori sanitari accreditati superavano l’importo consentito a carico del SSN/SSR, e ciò proprio a causa del Nomenclatore non aggiornato dal 1999.
Va da sé che ogni provvedimento legislativo è subordinato a determinate scelte politiche, e poiché il comparto sanitario-assistenziale è uno dei più onerosi, i fruitori di questi beni e servizi sono ancora in attesa…, come dimostra il mancato aggiornamento da 23 anni del Nomenclatore in questione, e se anche qualche scudo si è levato da parte di una o più associazione, poco o nulla hanno influito anche perché, come ripeto da sempre, non mi risulta che i soggetti interessati si siano attivati con esposti e/o denunce per mancata assistenza… In circostanze come questa non serve scendere in piazza con cortei o altre iniziative plateali (espressioni di mero pietismo!), ma rispettando le Leggi è utile avvalersi dell’unico strumento: esporre e denunciare la mancata o ritardata assistenza che si sta subendo con Raccomandata A/R da indirizzarsi ai destinatari preposti alla osservanza di dette Leggi con richiesta (scritta) di riscontro entro 30 giorni, in assenza della quale gli stessi vanno incontro al reato di omissione.
E il persistere di questo inadeguamento rientra nella mancanza di rispetto dei diritti civili del cittadino-invalido e quindi della sua dignità, che se crede può segnalare il fatto alla Corte Europea dei Diritti Umani (Cedu) di Strasburgo con una semplice raccomandata (scritta anche in italiano) ed eventualmente poi proseguire con un vero e proprio ricorso (sic!). Questo esempio, come del resto tanti altri analoghi, rientra nel concetto di cultura che il cittadino medio, a mio avviso, non ha mai acquisito e ciò è indice di una carenza riprovevole proprio perché, rispetto ad un tempo, le fonti di informazione non mancano e di conseguenza si perde del tempo venendo meno al rispetto dei diritti. L’Italia, è il caso di rammentare, è l’unica nazione al mondo che abbonda di Leggi, parte delle quali sono ormai obsolete o comunque inutili e, per quanto in gran parte di impronta civile e democratica, non è sempre facile interpretarle tanto da dover ricorrere a consulenze legali, ma ciò è assurdo per addivenire al rispetto di
un diritto che in fatto di salute non dovrebbe essere discutibile. Se si è affetti da una patologia e si ha bisogno di una cura, così come di una qualunque forma di assistenza per una migliore condizione di vita privata e di relazione, non c’è alcuna giustificazione per ritardare gli eventuali ed opportuni provvedimenti.


Ma tornando alla questione del Nomenclatore Tariffario dei LEA e degli Ausili, nel frattempo chi ha bisogno di fruire degli stessi è bene che si armi di pazienza e si accinga a scrivere e spedire quella benedetta Raccomandata A/R, diversamente attenda “i comodi” della politica, i cui esponenti di tanto in tanto farebbero bene ad entrare direttamente nel merito: la sofferenza di un malato e i bisogni di un disabile si comprendono meglio (e più responsabilmente) allontanandosi dal proprio scranno… di potere.
Ultima considerazione: in merito a questa realtà sto constatando che è molto scarsa l’unione e la condivisione tra tutti gli interessati al problema in questione (in primis gli stessi invalidi), sintomo di quel “qualunquismo” che allontana sempre più il malato e il disabile gli uni dagli altri.