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Un organo al giorno: la Cute, la nostra prima protezione

Martirio sBartolomeo 

LA PREVENZIONE
 
La cute o pelle copre 
organi più delicati
che potrebbero
facilmente lesionarsi,
 
ma non per questo
è indistruttibile!
 
 
 
 
È importante l'attenzione e lo scrupolo di ogni persona
verso la propria pelle, con comportamenti responsabili e diligenti:
provvedere ad esaminare periodicamente le dimensioni, la forma,
l'integrità, il colore e la consistenza dei propri nevi.

Di: Davide Deangelis 

…NON SOLO QUESTIONE DI PELLE
 
Ammirando un’opera d’arte così vasta e complessa come la Cappella Sistina, alcuni particolari pittorici possono sfuggire ad un occhio disattento, per cui non a tutti potrebbe essere nota l’immagine che evoca il martirio di san Bartolomeo. Michelangelo, con quel connubio di maestria ed irriverenza, che lo ha reso immortale, lo ritrae nell’atto di esibire, in segno di trofeo e monito, la pelle di cui è stato spogliato per mano dei suoi carnefici.
 
La scena è profondamente suggestiva e non può che essere l’ennesima dimostrazione dell’inavvicinabile superiorità artistica del Pittore per la difficoltà tecnica del soggetto dipinto. La pelle, privata del suo contenuto, non può che essere un rivestimento floscio ed informe, di cui si stenta a riconoscerne il senso. Un cuore espiantato da un corpo in determinate condizioni può seguitare a palpitare e mantiene una sorta di causa sui, ma la pelle no. Eppure il suo ruolo è quanto mai prezioso ed insostituibile, ed i suoi rimandi simbolici profondi ed antichi. Prima barriera contro gli agenti atmosferici, difesa aspecifica verso organismi patogeni, rivestimento di protezione da insulti esterni, strumento di conservazione del calore, nonché meccanismo di identificazione del confine corporeo e distinzione del sé, la pelle, definita in anatomia cute, è un organo, il più esteso del corpo umano, che contribuisce alla costituzione dell'apparato tegumentario. Essa ha la funzione del tetto di un edificio, senza il quale nessuna casa si potrebbe considerare terminata e funzionale, né per quanto solide fossero le sue fondamenta potrebbe resistere alle offese delle intemperie. Tanto metaforicamente importante è il tetto, che, per sineddoche -quella figura retorica che utilizza una parte per il tutto- esso rappresenta la casa stessa, come si riconosce nella toponimia di molti agglomerati di sparute case disperse nella collina torinese (Tetti Piatti, MelanomaTetti Ronco, Tetti Martoglio...). Tetto e tegumento derivano dal verbo latino tegere, coprire, per nascondere alla vista e dal pericolo, e quindi proteggere.
La pelle dunque copre e ricopre organi più delicati che potrebbero facilmente lesionarsi, ma non per questo è indistruttibile: nonostante il suo spessore, la sua capacità rigenerativa, la sua proprietà di assorbire gli urti, nonché l'acidità che riveste come un film continuo lo strato più superficiale, l'epidermide, in grado di dissuadere l'attacco di microrganismi, rendendone inospitale l'habitat, essa può essere soggetta ad aggressioni, che producendo una sua soluzione di continuità la espongono a danni ed infezioni mitotiche, batteriche e virali. 
Ma non solo. Ognuno di noi, in base alla capacità di produrre melanina, il pigmento che conferisce il colore bruno alla cute (μέλας significa nero in greco) possiede una propria colorazione distintiva, il cosiddetto fototipo, che gli consente una diversa permanenza di esposizione al sole. Proprio i benefici e vitali raggi solari possono risultare deleteri per la pelle, determinando eritemi od ustioni, ma anche contribuire alla trasformazione di nei congeniti o partecipare all'insorgenza di nuovi. Il neo o, più correttamente nevo, infatti, è essenzialmente una neoformazione benigna, dovuta alla concentrazione e proliferazione dei melanociti, le cellule deputate alla produzione della melanina. L'esposizione protratta e non protetta verso i raggi ultravioletti aumenta sensibilmente il rischio di una degenerazione maligna di queste forme cutanee di tumori. Il melanoma, infatti, pur costituendo solo il 5% delle neoplasie dermatologiche ed avendo una casistica piuttosto bassa, tanto da rientrare nel novero dei tumori rari con 13 casi annui ogni 100 mila abitanti (dati del Registro Italiano Tumori) è temuto come uno dei tumori più aggressivi. 

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